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Scuola, Fioramonti: "Servono docenti più formati e pagati meglio"

scuola Lorenzo Fioramonti

Lorenzo Fioramonti intende reperire 3 miliardi di fondi per la scuola, da investire nel contratto dei docenti e percorsi di formazione.

“Abbiamo bisogno di docenti più formati e pagati meglio. Non possiamo consentire, anche per orgoglio nazionale, che i nostri docenti siano pagati meno degli altri paesi, anche di Paesi simili al nostro come la Spagna. Diventa imbarazzante, anche per la credibilità del Paese” denuncia il titolare del Miur Lorenzo Fioramonti davanti alle Commissioni Istruzione di Camera e Senato, che si sono riunite il 15 ottobre 2019 per ascoltare le linee del suo mandato.

Scuola, il rinnovo del contratto

Il ministro dell’Istruzione torna quindi a ribadire l’importanza di rendere maggiormente dignitosa la professione di docente, che devono essere più formati ma anche più pagati. In un’ intervista al Corriere della Sera, l’esponente pentastellato ribadisce di stare lavorando con il resto della compagine di governo per reperire 3 miliardi di euro: due per la scuola ed uno per l’università.

Soldi che servirebbero, chiarisce, per “rinnovare il contratto dei docenti” ma anche per “sostenere i servizi nelle scuole, intervenire in modo massiccio sul sostegno, perché continuiamo ad aver e troppe cattedre scoperte e un danno enorme a migliaia di giovani con disabilità e alle loro famiglie”.

I fondi per l’università sarebbero spesi invece per “rilanciare la ricerca di base, aumentare i concorsi per i ricercatori, sostenere le accademie e i conservatori e investire in innovazione, senza la quale non ci sarà alcuno sviluppo”.

Fioramonti: “Non basta la laurea”

In un’intervista a La Repubblica, invece, Lorenzo Fioramonti annuncia l’intenzione di voler “mettere mano a tutta la questione abilitazione“, a partire dal mese di marzo 2020. “Di certo – sottolinea infatti – non può bastare una laurea per diventare insegnanti: serve essere formati. Ma senza creare inutili complicazioni: non deve essere un percorso a ostacoli più complesso di quello universitario”.

Le parole del ministro sono state accolte con soddisfazione dai sindacati. La Flc Cgil esorta quindi Fioramonti a metterle in pratica attraverso “due semplici misure”.

La reazione dei sindacati

Innanzitutto, si legge in una nota, “un provvedimento, da discutere nel tavolo tematico istituito con l’Intesa del 1 ottobre 2019 con i Sindacati rappresentativi della scuola, che sappia coniugare preparazione nella disciplina di insegnamento e preparazione sul piano pedagogico-didattico, tramite un percorso di studi e formazione onnicomprensivo e abilitante, da svolgere in un tempo ragionevole e definito a cui si aggiunga un tirocinio sul campo dopo il superamento del concorso”.

“E in secondo luogo – prosegue la Slc Cgil – un Contratto di lavoro che, sul piano stipendiale, non si limiti ad un aumento del solo recupero dell’inflazione ma inizi un graduale avvicinamento alla media degli stipendi dei docenti europei”.