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Perchè Salvini ha accettato la sfida di Renzi?

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La scelta del leader della Lega può far rinascere politicamente Renzi, ma dietro il via libera al confronto si cela una precisa strategia.

Dopo 13 anni gli italiani tornano ad assistere a un duello televisivo tra due dei leader più importanti del panorama politico italiano. A conclusione dello scontro, si sprecano le analisi su chi tra il leader della Lega e quello di Italia Viva sia uscito vincitore dagli studi di Porta a porta. Resta però, un interrogativo, orfano di una risposta che tarda già da tempo ad arrivare: perchè Salvini ha accettato la sfida di Renzi?

Sfida Renzi-Salvini

Tredici anni fa gli italiani assistevano al duello tra Romano Prodi e Silvio Berlusconi, consapevoli di quanto la forza elettorale dei due leader fosse sostanzialmente equilibrata. La situazione di Renzi e Salvini sul piano dei consensi risulta invece diametralmente opposta, al punto da rendere difficile il paragone tra i due duelli. Se le ragioni che spingono l’ex premier a sfidare Salvini appaiono chiare fin da subito, considerato il crollo di popolarità seguito alle sconfitte del referendum e delle Politiche, ci si chiede invece quale sia il reale interesse di Salvini che, forte dei sondaggi che lo attestano al 33% dei consensi, accetta di sfidare (e dare risalto) al leader di un partito che oscilla tra il 4 e il 5%.

Dal momento che la politica di oggi non può in alcun modo permettersi di affidarsi al caso, perdendo di vista l’importanza della comunicazione, la scelta di Salvini non può di certo esser considerata casuale.

I due obiettivi di Salvini

La strategia del segretario della Lega sembra trovare riscontro in due motivazioni di fondo. La prima consiste nel mantenere alta l’attenzione su di sè. Il Conte bis potrebbe non avere breve durata e, affidare alla sola maggioranza il compito di dettare l’agenda, sarebbe troppo rischioso e indurrebbe inevitabilmente a un calo di consensi per la Lega. Salvini, dunque, non rinuncerà mai alle luci del palcoscenico e farà di tutto affinchè il suo ritorno all’opposizione non ne pregiudichi la visibilità.

Il secondo obiettivo è quello più importante, ma anche il più delicato e difficile da raggiungere. A detta dei sondaggi, il Pd non rappresenta al momento un reale pericolo, ma potrebbe diventarlo qualora il governo riuscisse ad accrescere il proprio gradimento eclissando quanto fatto dalla Lega. Salvini sa bene che un confronto con Renzi non rischia in alcun modo di intaccare i suoi consensi, ma è altresì ben conscio di quanto il carisma e l’abilità del leader di Italia Viva possano riuscire a strappare consensi all’elettorato moderato del Partito democratico, grazie anche alla debolezza mediatica dell’attuale segretario Zingaretti. La compattezza e la capacità di stare uniti verso un obiettivo non sono mai stati un punto forte della sinistra: è la storia a dirlo. E Salvini sembra aver studiato bene: più riuscirà a dividere i nemici, più il suo cammino verso Palazzo Chigi sarà in discesa.