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Parlamento europeo sui migranti: salvare vite in mare non è un obbligo

Parlamento europeo sui migranti

Per il Presidente della commissione, Lopez Aguilar, è incredibile che “in un giorno in cui sono morte 39 persone, quest’aula non esprima solidarietà"

Nuova svolta del Parlamento europeo sui migranti: respinta la risoluzione sui salvataggi in mare dei migranti. È stata bocciata la richiesta che chiedeva l’apertura dei porti alle Ong e il divieto di criminalizzazione delle attività di assistenza in mare.

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Il Presidente della commissione, il socialista spagnolo Lopez Aguilar, ha definito incredibile che “in un giorno in cui ancora una volta sono morte 39 persone vittime delle reti e delle mafie della tratta di persone, quest’aula non riesca a esprimere messaggi di solidarietà nei confronti di coloro che hanno perso la vita in mare”.

Durante i voti iniziali la maggior parte degli emendamenti di opposizione, proposti dai deputati italiani di Fratelli d’Italia e Lega Nord, non sono stati accolti. La bocciatura risulta inaspettata.

Inizialmente approvati, ma poi cancellati dal voto finale, importanti dichiarazioni a favore delle operazioni di assistenza perché “salvare le vite in mare è un obbligo giuridico”. Per questo motivo, non si può permettere la criminalizzazione delle Ong: la “Commissione deve sostenere politicamente e finanziariamente queste operazioni”.

Il testo presentato in aula presentava anche denunce alla Libia. Nel provvedimento, infatti, si porta avanti la richiesta di evacuare i centri di detenzione. Inoltre, hanno richiesto di sospendere la collaborazione con la guardia costiera libica nel caso di accertate violazione dei diritti umani. Solo due i voti di scarto, 290 contrari contro 288 favorevoli. Determinanti anche i 36 astenuti. Tra questi, gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle. E proprio i grillini avevano presentato insieme a Socialisti e Verdi un emendamento per introdurre a livello Ue un sistema obbligatorio di ricollocamento dei migranti.