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Taglio dei parlamentari: la maggioranza trova i primi accordi

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L'incontro si è tenuto in settimana e avrebbe portato alle prime intese sulle misure che dovranno accompagnare il taglio dei parlamentari

La maggioranza ha raggiunto le prime intese sulle riforme costituzionali che dovrebbero accompagnare il taglio dei parlamentari. I testi saranno depositata alle Camere nel corso della prossima settimana per poi dare avvio all’iter parlamentare. La riunione si sarebbe tenuta giovedì alla Camera e avrebbe visto impegnati Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia viva, Leu e il gruppo della Autonomie, naturalmente alla presenza del ministro delle Riforme Federico D’Incà.

Taglio dei parlamentari: gli accordi

In base ai testi approvati, la base elettorale al Senato passa da regionale a circoscrizionale e i delegati di ogni regione per l’elezione del Presidente della Repubblica diventano 2 “in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze“. La legge sul taglio dei parlamentari è stata approvata in via definitiva lo scorso 8 ottobre e potrebbe essere sottoposta a referendum confermativo entro i tre mesi successivi alla pubblicazione: per far sì che ciò accada è necessaria la richiesta di un quinto dei membri della Camera oppure 500.000 elettori, oppure 5 consigli regionali.

Il commento di Ceccanti (Pd)

A parlare delle intese raggiunte sul tema è Stefano Ceccanti: “Il documento di maggioranza aveva previsto entro fine ottobre testi condivisi su tre aspetti. Il primo era l’aggiunta dell’equiparazione a 25 anni dell’elettorato passivo al Senato a quello della Camera che sarà aggiunto nei prossimi giorni alla riforma sull’elettorato attivo a 18 anni già in corso d’esame a Palazzo Madama. Gli altri due aspetti – ha proseguito – sono stati definitivi in un testo che sarà presentato alla Camera. Riguardano il superamento della base regionali per l’elezione al Senato in favore di una base circostanziale, per poter avere un sistema del tutto analogo a quello della Camera, anche per ovviare ai problemi per le Regioni medio-piccole con la riduzione dei parlamentari, e il passaggio da 3 a 2 rappresentanti per Regione che partecipano all’elezione del Capo dello Stato“.