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Michela Murgia alla Meloni: "Usa il crocifisso come corpo contundente"

murgia meloni

Michela Murgia è stata ospite a L'Assedio: nel corso del programma ha mosso una feroce critica alla retorica populista di Giorgia Meloni.

Michela Murgia ha smontato la retorica populista di Giorgia Meloni: ai microfoni di L’Assedio, infatti, ha lanciato il suo attacco alla leader di FdI. La prima critica che viene mossa alla Meloni è quella sull’uso dei simboli religiosi a scopi politici. Murgia, infatti, ha sottolineato che “quando lei (Giorgia Meloni ndr.) nomina il crocifisso e il presepe, lo dico da cristiana, non fa riferimento ai valori evangelici, fa riferimento a dei marcatori culturali che lei usa come fossero dei corpi contundenti”.

“Quando tu vuoi imporre agli altri un modello di vita che tu stesso non rispetti– ha proseguito Michela – capisci che un po’ il cortocircuito si sente. Credo che questo si chiami ipocrisia”. Inoltre ha precisato: “Questa è una donna che nella sua vita personale ha fatto delle scelte che certamente non sono congruenti con l’idea di famiglia cristiana che lei sopra quel palco (a Roma) sembra voler difendere”.

Michela Murgia contro Giorgia Meloni

Michela Murgia è stata ospite a L’Assedio di Daria Bignardi: nel corso del programma ha mosso una feroce critica alla retorica populista di Giorgia Meloni. Dopo l’attacco al curriculum di Salvini, infatti, la donna torna a schierarsi contro la leader di FdI. L’opinione è iniziata con quest’affermazione: “Se ho visto l’intervento di Giorgia Meloni alla manifestazione a Roma? Vorrei dirvi no, ma la risposta è sì”.

“Un po’ mi fa paura – ha poi ammesso Murgia riferendosi agli atteggiamenti del centrodestra e in particolare della leader di FdI -. Mi fa paura la ferocia, non quella del tono, che è il tipico tono da comizio in una piazza“. Giorgia Meloni “ruggiva” in piazza a Roma. Ma ciò su cui vuole soffermarsi Murgia sono alcuni aspetti della politica del centrodestra. “Prima di tutto il fatto che la cittadinanza non sia un diritto, ma sia un favore. Lo ius sanguinis ti fa un regalo, perché tu non hai alcun merito di quella condizione. Mentre chi arriva, rispetta le leggi, paga le tasse se la deve meritare la cittadinanza. Con questo criterio nemmeno se i tuoi genitori sono qui da 20 anni, sei nato qui, vai a scuola in Italia, nemmeno in quel caso sei italiano per loro”.