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ArcelorMittal, sull'Ilva Conte si appella ai partiti: "Marciamo coesi"

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Nel salotto di Porta a Porta il Premier Giuseppe Conte lancia un appello a tutte le forze politiche per formare una voce unica sulla vicenda Ilva.

Ospite del programma televisivo Porta a Porta, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha lanciato ufficialmente un appello a tutti i partiti in merito alla vicenda Ilva e al contenzioso con la multinazionale ArcelorMittal, che in questi giorni ha confermato il suo addio al polo siderurgico tarantino. Il Premier ha infatti dichiarato come sia giunto il momento che il sistema Italia risponda con una voce sola, senza distinzioni di colore politico, al fine di salvaguardare l’interesse nazionale.

ArcelorMittal: Conte sul caso Ilva

Nel salotto di Bruno Vespa, conte si appella alle forze politiche presenti in Parlamento al fine di vincere la partita sull’Ilva e scongiurare così quella che potrebbe essere una catastrofe per l’intera industria italiana: “Qui non ci sono governi attuali e precedenti, qui non c’è la maggioranza o l’opposizione, per una volta non ci dividiamo, marciamo coesi verso il salvataggio di questo polo industriale”.

Il Presidente del Consiglio ha in seguito scongiurato l’ipotesi che l’attuale scontro tra il governo e l’azienda franco-indiana possa finire nelle aule di tribunale: “Non è un problema legale, perché una battaglia legale ci vedrebbe tutti perdenti. Ma se fosse così, allora la battaglia giudiziaria sarà quella del secolo. Noi non possiamo permettere che in Italia si venga e si vada via non rispettando gli impegni contrattuali all’esito di una gara pubblica”. Conte ha poi sottolineato come in ogni caso vi siano gli elementi giuridici necessari per poter vincere una causa contro ArcelorMittal.

Il mantenimento della produzione industriale

Il nodo centrale rimane però l’eventuale taglio di posti di lavoro e la riduzione della produzione industriale a cui potrebbe andare incontro l’Ilva nel caso dovessero prevalere le volontà di ArcelorMittal. Su questo il Premier è stato chiaro: “Stiamo già valutando tutte le possibili alternative ma ora non ha senso parlarne. Aspetto una proposta dal signor Mittal e vorrei incontrarlo nelle prossime ore. […] Se mai questo tavolo negoziale con Mittal non dovesse aprirsi o non dovesse essere proficuo, i criteri che il governo si porrà saranno la salvaguardia dell’investimento produttivo, la salvaguardia del piano ambientale e dei livelli occupazionali”. Conte non si pronuncia quindi sulla possibilità di un intervento statale per salvare l’Ilva, tramite la Cassa Depositi e Prestiti. Eventualità quest’ultima fortemente auspicata dal segretario della Cgil Maurizio Landini.