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Ex Ilva, Matteo Salvini: "Daremo il sangue per Taranto"

matteo salvini indagato

Salvini al veleno contro il governo per la gestione del caso Ilva: "Restituiscano il futuro agli operai o sarà un danno irreparabile"

Ospite alla Fiera di Verona, Matteo Salvini non ha potuto esimersi dal commentare la notizia della settimana: la decisione di Arcelor Mittal di tirarsi indietro dall’ex Ilva di Taranto. “Daremo il sangue perché non salti neanche un posto di lavoro. Purtroppo al governo abbiamo degli incompetenti o degli incapaci o dei complici. Siamo a disposizione per sostenere qualsiasi iniziativa che salvi le migliaia di posti di lavoro che sono sacri. Togliere l’acciaio dall’Italia sarebbe una follia“.

Ex Ilva: le parole di Matteo Salvini

Il leader della Lega non è riuscito a trattenere tutta la rabbia per la gestione, a suo parere errata, della situazione dell’Ilva da parte del governo: “La prossima non vorrei che fosse Alitalia” ha detto il leghista tornando poi sulla situazione dell’acciaieria: “O restituiscono il futuro a questi operai, o sarà un danno irreparabile“. Rivolgendosi poi direttamente al premier Conte, Salvini affonda: “Dice che lo scudo penale sarebbe solo una scusa? Ho smesso da tempo di credere al presidente del Consiglio. Lo scudo è stato tolto con il voto di Pd, Cinque Stelle e Leu“.

Questi sono dei matti. Fanno scappare chi è pronto a investire 4 miliardi di euro per il risanamento ambientale. Noi per salvare i posti di lavoro siamo disposti a fare qualunque cosa” ha poi detto l’ex ministro dell’Interno.

Conte: “Ilva è una priorità”

Giuseppe Conte da parte sua aveva affermato che il rilancio dell’Ilva rappresenta un’assoluta priorità del governo: “Vogliamo soluzioni che ci rassicurino. La società che al momento risulta affittuaria ha emesso un atto di recesso e ha avanzato altre richieste che puntano tutte alla rescissione del contratto. Noi non riteniamo giustificate queste posizioni“. Il presidente del Consiglio ha poi difeso l’operato del governo sin qui spostando però l’attenzione dallo scudo penale: “L’azienda franco-indiana ritiene che i livelli di produzione siano insostenibili e non riescono a remunerare gli investimenti non potendo assicurare gli attuali livelli di produzione. Per questo ci chiede 5 mila esuberi“.