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Ex Ilva, c'è tensione: M5s contro lo scudo penale

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Ex Ilva: il Movimento 5 Stelle è fermo sul no allo scudo. Di Maio: "Se provochi un disastro ambientale devi pagare"

Ieri è stata una giornata tesissima per l’Ilva e il futuro dello stabilimento di Taranto. A dividere continua ad essere il tema dello scudo penale con Conte che avrebbe incontrato a Palazzo Chigi una delegazione di eletti in Puglia. Secondo fonti vicine al Governo il vertice non avrebbe però sortito i risultati sperati: i toni sono stati accesi e i pugliesi non avrebbero mosso un passo. Lezzi, in particolare, avrebbe ribadito il suo no: “Lo scudo? Puoi scordartelo“. Era stata proprio lei l’autrice della norma che lo ha abolito.

Ex Ilva: il no di Di Maio

Il ministro degli Esteri e capo politico del Movimento 5 Stelle non ha dubbi, per lui lo scudo penale non va reintrodotto: “Piacerebbe a tanti imprenditori avere una norma come questa, ma se provochi un disastro ambientale devi pagare – ha detto nel corso della registrazione di Fuori dal coro -. Sarebbe un problema enorme per la maggioranza. Se cominciamo con gli sgambetti, Italia Viva è quella che ha più da perdere“. Parlando della possibilità di nazionalizzare l’Ilva Di Maio si dice contrario definendolo un “alibi”.

La mediazione di Conte

Nonostante la situazione sia in stallo ormai da giorni, il presidente del Consiglio Conte sta tentando in tutti i modi di portare avanti una tentativo di mediazione con i 5 Stelle. L’obiettivo di Conte è infatti sondare il terreno per una possibile reintroduzione di un’immunità penale che valga però in linea generale, non solo per Taranto, tenendo così la maggioranza unita senza però fornire alibi ad Arcelor Mittal, che proprio nella giornata di ieri ha consegnato la richiesta formale di recesso.

La proposta di Patuanelli

Nella giornata di ieri, il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, ha incontrato i senatori pentastellati a Palazzo Madama. Stando ad alcune indiscrezioni, il ministro avrebbe proposto ai suoi uditori una sorta di scudo a tempo da collegare ad un progetto di decarbonizzazione. Alcuni avrebbero manifestato segnali di apertura a tale proposta, ma il fronte del no al Senato resta comunque nutrito.