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Mes, dopo la rissa alla Camera arriva la proposta di matrimonio

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Dopo la rissa alla camera, il deputato Flavio Di Muro ha posto la fatidica domanda. Il presidente Fico riporta l'ordine: "Non è il caso".

Ennesima rissa sfiorata alla Camera dei Deputati intorno al Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità alla cui riforma, stando alle accuse del centrodestra, Conte avrebbe assicurato la firma senza prima consultare l’Aula. Dopo i continui scontri tra Lega e Partito Democratico, il Presidente Roberto Fico è stato costretto a sospendere la seduta.

La proposta di matrimonio

Dopo la rissa sfiorata, i banchi della Camera hanno fatto da sfondo a un altro evento inusuale per le aule del Parlamento: una proposta di matrimonio. L’onorevole leghista Flavio Di Muro, prima dell’inizio dell’esame del decreto legge sulla ricostruzione post-terremoto, ha preso la parola e ha mostrato un cofanetto contenente un anello. Poi è sceso in tribuna e rivolgendosi “ad una persona presente” ha posto la fatidica domanda: “Elisa, mi voi sposare?“.

Grande l’entusiasmo dell’Aula, ma il presidente Fico ha subito frenato e riportato l’ordine: “Capisco tutto, ma usare un intervento sull’ordine dei lavori per questo non mi sembra il caso“.

Prestipino (Pd): “Onorevoli de che?”

Quanto accaduto tra i banchi della Camera è stato duramente condannato da diversi esponenti della politica, tra cui la deputata del Pd Patrizia Prestipino. “Durante una discussione sul Mes, deputati della Lega, stimolati da un intervento fazioso di Borghi, partono con una aggressione fisica prima ai danni del presidente Fico e poi dei deputati della maggioranza. Uno spettacolo davvero indecoroso! Onorevoli de che?“, si legge sulla pagina Twitter della parlamentare dem.

Rissa alla Camera sul Mes

Le opposizioni hanno chiesto al Premier di riferire ai parlamentari riguardo la riforma del fondo salva stati. Il dem Piero De Luca ha preso la parola e affermato che in realtà questa va avanti da mesi, da quando ancora era in carica l’esecutivo giallorosso. Quindi anche con la consapevolezza di Matteo Salvini e della Lega che ora lo accusano. Ciò è bastato a provocare l’ira del Carroccio, che ha apostrofato gli avversari a suon di “venduti, venduti“.

Gli attacchi si sono poi spostati dal piano verbale a quello fisico, con una trentina di deputati che hanno sfiorato la rissa. Alcuni leghisti si sarebbero diretti verso i banchi del comitato dei nove urlando contro le deputate dei Democratici. Sempre durante l’intervento di De Luca gli avversari hanno urlato e inveito contro di lui, in particolare Giorgetti e Molteni che sono stati più volte ripresi formalmente da Fico.

Ad un certo punto un loro collega si sarebbe anche diretto verso il banco della presidenza con il dito puntato per poi dirigersi verso gli scranni del M5S. I commessi di Montecitorio sono riusciti a bloccarlo prima che succedesse il peggio. Un altro leghista, Belotti, ha invece manifestato tutta la sua ira sfasciando una sedia. Il tutto sotto gli occhi di alcune scolaresche che erano lì per assistere ai lavori.

Anche Claudio Borghi è intervenuto duramente sulla questione, minacciando di condurre Conte in tribunale qualora non riferisse alle Camere. Una prerogativa che sarebbe anche garantita dalla legge varata il 24 dicembre 2012 sotto l’allora governo Monti.