> > Brunetta incatenato per protesta: "No alla discarica di Falcognana"

Brunetta incatenato per protesta: "No alla discarica di Falcognana"

Brunetta incatenato

Brunetta incatenato contro la discarica a Falcognana. La sua protesta "deriva dall'incapacità e dall'inerzia del Comune e della Regione"

Renato Brunetta incatenato contro la discarica a Falcognana. Sui suoi social ha spiegato il motivo della scelta e polemizzato contro la cattiva amministrazione del Comune di Roma.

Brunetta incatenato: la protesta

“Se il mio amico Salvini ha bloccato i camion a Civitavecchia, io li bloccherò a Falcognana. Dopo 6 anni siamo di nuovo in piazza per dire no all’ipotesi di discarica. Una scelta che deriva dall’incapacità e inerzia di Comune e Regione, costruita contro gli interessi dei cittadini”. A scriverlo sui social è Renato Brunetta, che si è incatenato al cancello di un’azienda in zona Falcognana a Roma. Il suo gesto è una dura presa di posizione contro l’ipotesi di una nuova discarica in una zona non lontana dal santuario del Divino Amore e da alcune principali aziende dell’agro Romano, che potrebbero essere fortemente danneggiati dai rifiuti della Capitale.

Sui social Brunetta aveva preannunciato la sua decisione di presentarsi con altri manifestanti all’ingresso dell’Ecofer “per dire no alla Discarica Divino Amore. Il Governo affronti l’emergenza rifiuti a Roma, garantendo il rispetto delle normative e la tutela della salute dei cittadini”.

Brunetta incatenato

Anche i cittadini della periferia sud della Capitale sono scesi in piazza per contrastare l’apertura di una nuova discarica.

Brunetta incatenato

“Quella della Regione si scrive ordinanza, si legge Falcognana. Zingaretti ci ha provato sei anni fa, ha sbattuto contro il muro. Ci riprova oggi, e sbatterà di nuovo contro un muro. Falcognana non è disposto a nessun tipo di trattativa”. A dichiararlo è Alessandro Lepidini, consigliere Pd del municipio IX e a sua volta operativo al fianco del presidio “no discarica”.

Quindi ha aggiunto: “In 15 giorni vogliono individuare un sito da rendere operativo entro il 15 gennaio. Noi siamo pronti alla battaglia, già la prossima settimana stabiliremo un presidio permanente. Non può essere una sola comunità a farsi carico di tutti i rifiuti della Capitale. La soluzione non è portare i rifiuti a Colleferro o Civitavecchia, ma usare i poteri speciali per inviare i rifiuti fuori regione, mentre si fa un lavoro serio per chiudere il ciclo dei rifiuti nella Capitale, con piccoli impianti distribuiti per la città. Questo lavoro non è mai stato fatto, ma non possono essere i cittadini a pagare”.