> > Mes, Salvini risponde a Conte in Parlamento: "Si vergogni"

Mes, Salvini risponde a Conte in Parlamento: "Si vergogni"

mes conte parlamento

È scontro tra i banchi del Parlamento tra Conte e Salvini, durante l'informativa del premier al Senato sul Mes.

Le polemiche e le tensioni sul fondo Salva-Stati non sembrano diminuire. Dopo il vertice notturno a Palazzo Chigi (conclusosi senza il raggiungimento di un accordo tra le forze di maggioranza), il premier Giuseppe Conte ha riferito in Parlamento, prima alla Camera e poi al Senato, e si difende dalle accuse dell’opposizione in riferimento al Mes (il Meccanismo europeo di stabilità).

La replica di Salvini in Senato

Matteo Salvini ha preso la parola in Senato e ha replicato all’informativa del premier, pur specificando di “non rispondere agli insulti” con le dichiarazioni ma “con il lavoro. Mi dispiace per lei [Conte, ndr] perché chi vive di insulti vive male“. Riprendendo le parole dell’alleata Giorgia Meloni, l’ex ministro dell’Interno ha proseguito accusando il governo di mentire e di “ridurre l’Europa a un centro commerciale dove guadagna chi ha già. La ristrutturazione del debito pubblico vuol dire che viene taciuto un intervento nottetempo sui conti correnti degli italiani. Si vergogni“.

Salvini ha concluso il suo intervento invitando il premier a non sottovalutare l’assenza di diversi pentastellati alla discussione, sintomo di un malcontento pericoloso per il governo: “Fossi in lei, Conte, mi preoccuperei. Guardi là quanti banchi vuoti tra i Cinque Stelle“.

Al termine dell’intervento del leader leghista, la presidente del senato Casellati ha sospeso la seduta a causa delle proteste levatesi dai banchi di Palazzo Madama. “Conte Pinocchio” si legge sui volantini esibiti dai senatori del Carroccio.

Salvini risponde a Conte: “Io studio”

Conte scivola, rispetto ad agosto mi sembra più nervosetto, grigio, livido. Ma io non porto rancore“, ha commentato Matteo Salvini ai microfoni dei giornalisti che lo hanno intercettato all’ingresso del Senato. Il leader della Lega ha poi accusato la maggioranza di non aver detto la verità agli italiani a proposito del Mes: “O ha mentito Conte o ha mentito Gualtieri, o non ha capito Di Maio. Ma penso sia stato Conte, perché Gualtieri non c’era“.

L’ex vicepremier ha inoltre respinto l’accusa di non documentarsi a sufficienza sul salva-Stati: “Conte dice che non studio i dossier? Ma va, studio, studio“.

Conte in Senato

Dopo la Camera, Giuseppe Conte ha raggiunto Palazzo Madama per il suo intervento in Senato sul fondo salva-Stati. Attesa la replica di Matteo Salvini, presente in Aula in qualità di senatore.

L’intervento di Giorgia Meloni

Chi mente è contrario alla nostra Costituzione. L’onore è decisamente qualcosa di cui difettate“. Sono solo alcune delle accuse avanzate da Giorgia Meloni, nel suo intervento successivo all’intervento di Conte alla Camera. La leader di Fratelli d’Italia ha poi aggiunto: “Ha letto 40 minuti di resoconti parlamentari per contraddire quello che ha fatto il suo governo che ha fatto il suo governo. O il trattato è emendabile, e vedremo se ci saranno modifiche, oppure, come dice Gualtieri, tutto è chiuso. Lei, premier Conte, mentre su tutto“. Il Mes, ha concluso la deputata, serve solo a salvare le banche tedesche “mentre le nostre banche le abbiamo salvate con i nostri soldi. Ora le banche tedesche andranno salvate sempre con i nostri soldi“.

Conte alla Camera

Alle ore 13, il premier Conte si è recato alla Camera per l’informativa sulle modifiche al Mes. “Le accuse che mi sono state rivolte trascendono i più accesi toni. Siamo al cospetto di un’accusa gravissima“, ha commentato il presidente del Consiglio, precisando che “se le accuse fossero vere, dovrei dimettermi“. Durante il proprio discorso a Montecitorio, il capo del governo ha accusato Matteo Salvini e Giorgia Meloni di “diffondere notizie allarmistiche, palesemente false. Mi sono sorpreso non della condotta di Salvini – la cui disinvoltura a restituire la verità e la cui resistenza a studiare i dossier mi sono ben note – quanto nel comportamento della deputata Meloni. Chi è all’opposizione sta dando prova di mancanza di rispetto per le istituzioni“.

Conte ha poi sottolineato che le trattative relative al Mes sono tutt’ora in corso e che “né da parte mia né da parte di alcun membro del mio governo si è proceduto alla firma di un trattato ancora incompleto“.

Durante l’intervento del premier, il presidente della Camera Roberto Fico ha ripetutamente richiamato all’ordine il deputato leghista Claudio Borghi.

Il premier ha sottolineato di aver più volte ottenuto l’approvazione dai ministri del governo Conte uno: “Desidero precisare che tutto quanto avveniva sui tavoli europei, a livello tecnico e politico, era pienamente conosciuto dai membri del primo governo da me guidato, che prendevano parte ai vari Cdm, contribuendo a definire la corale posizione dell’esecutivo italiano sul tema“. Data l’esistenza di un “dialogo costante col Parlamento“, il presidente del Consiglio nega che “il processo sia stato condotto segretamente, o peggio, firmato nottetempo“.

Mes, Conte in Parlamento

Di Maio ha chiesto al Pd di riflettere sul Mes, perchè non è possibile firmare e dare l’approvazione senza aver letto tutto. “Solo allora” dice il leader del Movimento “potremo verificare se il pacchetto convenga all’Italia oppure no. Secondo me, è sano per l’Italia non accelerare in maniera incauta, ma difendere i propri interessi, aspettare la fine dei negoziati anche su tutti gli altri aspetti del pacchetto”.

Il Pd ha subito replicato attraverso le parole di Dario Franceschini. Il ministro ha voluto sottolineare come sulla questione del Mes ci si giochi la credibilità del Paese, come l’andamento dello spread e dei mercati. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Graziano Delrio, capogruppo dem alla Camera, che afferma: “Non si può stare al governo accettando compromessi su questioni di grande rilevanza per la nostra credibilità”.

Per trovare un’intesa e chiarire diversi punti, il presidente del Consiglio Giusepe Conte oggi, lunedì 2 Dicembre 2019, andrà in Parlamento per riferire sul Mes. “Metteremo tutti i tasselli al loro posto” ha detto il premier “e spazzeremo via tutte le fesserie che sono state dette. Ne ho ascoltate tante, sono molto paziente”. E aggiunge: “Sul Mes non ci sarà nessuna battaglia: è una informativa doverosa al Parlamento da parte del presidente del Consiglio. Mi confronterò, mi è stato chiesto, sarà sempre così: il presidente del Consiglio ci sarà sempre quando c’è da dialogare con il Parlamento”. È