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Caso Gregoretti, Salvini: "Rischio 15 anni per una scelta legittima"

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Parlando in merito al caso della nave Gregoretti, Matteo Salvini ha detto di rivendicare tutto che ha fatto quando era ministro dell'Interno.

Matteo Salvini continua a difendersi sul cosiddetto caso Gregoretti, rivendicando le azioni compiute quando era ministro degli Interni in attesa del prossimo 20 gennaio. Sarà infatti in quella data che la Giunta per le immunità parlamentari del Senato della Repubblica dovrà decidere se concedere o meno l’autorizzazione a procedere nei confronti del leader della Lega. Secondo Salvini, la decisione di tenere in mare aperto la nave Gregoretti fu presa dall’intero governo in maniera collegiale e non da lui soltanto.

Salvini sul caso Gregoretti

Intervistato dai giornalisti, Matteo Salvini risponde alle affermazioni di Luigi Di Maio secondo cui l’ex ministro sarebbe impaurito per un’eventuale indagine nei suoi confronti: “C’è un Salvini stupito che ci siano le procure di mezza Italia che indagano su quello che ho fatto da ministro. Penso che qualunque italiano sapesse che votando Salvini e la Lega avremmo fatto tutto il possibile per bloccare gli sbarchi, con ottimi risultati di riduzione degli sbarchi e riduzione dei morti, condividendo con il governo (l’allora governo Conte I ndr)”.

Salvini accusa poi la magistratura di perdere tempo cercando in tutti i modi di condannarlo, piuttosto che intervenire seriamente al fine di fermare la criminalità organizzata: “Sono più che altro incuriosito, mi incuriosirebbe andare in tribunale a dover rivendicare una scelta totalmente legittima per cui rischio 15 anni di galera. Mi spiace che ci siano giudici che invece che inseguire camorristi e ‘ndranghetisti inseguano Salvini, però ognuno fa quello che vuole”.

La posizione di Luigi Di Maio

Alle dichiarazioni di Salvini, secondo il quale non far sbarcare la nave Gregoretti fu una decisione dell’interno governo, ha ribattuto il capo politico del M5s Luigi Di Maio. Nella puntata di Porta a Porta del 19 dicembre infatti, il ministro degli Esteri ha portato come esempio quello del precedente caso Diciotti per spiegare come in realtà sia stato Salvini a decidere autonomamente di bloccare la Gregoretti: “Voglio ricordare una cosa: quando un anno prima bloccammo la Diciotti, era perché l’Europa non ci ascoltava. Facemmo la voce grossa e poi riuscimmo ad ottenere la redistribuzione in altri Paesi europei. Un anno dopo, la redistribuzione funzionava, quindi il blocco della Gregoretti non fu un’azione decisa dal governo, ma dal ministro dell’Interno Salvini.