> > Il potere dell'outfit: Salvini cambia look per convincere gli elettori

Il potere dell'outfit: Salvini cambia look per convincere gli elettori

salvini look outfit

Felpe, divise e maglioncini a collo alto: così il leader della Lega Matteo Salvini cambia il look a seconda degli elettori.

Forse l’abito non fa il monaco, ma certamente è anche attraverso l’outfit che passa la comunicazione politica. Lo sa bene Matteo Salvini, che ha fatto della costruzione del suo personaggio – con i suoi tormentoni – il punto forte della propria strategia politica, anche attraverso il cambio di look per strizzare l’occhio, di volta in volta, a questo o quell’elettore.

salvini desnudo copertina oggi

La stagione delle felpe “parlanti”

Dalla camicia e cravatta (rigorosamente verde Padania, la stessa che nel 2014 ha indossato in versione “Salvini desnudo” sulla copertina di Oggi) alle divise delle forze dell’ordine, fino al look da intellettuale di sinistra che l’ex ministro dell’Interno sta sfoggiando durante la campagna elettorale in Emilia Romagna. Il guardaroba di Matteo Salvini ha attirato la curiosità di elettori e osservatori per la prima volta con il fenomeno felpe, iniziato prima ancora della campagna terminata con le elezioni di marzo 2018. A ogni comizio la sua felpa (o maglietta, a seconda della stagione), col nome della città o della regione ben in evidenza, stampato sul petto o sulla schiena.

salvini felpa abruzzo

Durante la campagna elettorale, l’abbigliamento di Salvini si è fatto più “politico” e rassicurante (un rapporto Quorum/YouTrend riporta: “Nel 2017 gli episodi di abbigliamento ‘anomalo’ si riducono, passando dalle 40 apparizioni del 2016 ad appena 21 (15 in maglietta e 6 in felpa). Lo stile però non cambia: sulla maglietta troviamo sempre i nomi delle città o delle regioni in cui il leader della Lega è impegnato a fare campagna elettorale. Il primo trimestre del 2018 si caratterizza per una netta prevalenza di apparizioni in abbigliamento istituzionale“). A fare da padrone sono state, per diversi mesi, è stata la combinazione camicia bianca e giacca scura. Preferibilmente prive della cravatta, però: troppo formale, “da palazzo”.

salvini camicia giacca

Il cassetto delle felpe “parlanti” è stato rispolverato tra aprile e maggio 2019, durante la fase finale della campagna elettorale per le europee. Questa volta, però, in versione rigorosamente azzurra e in onore dell’Italia, la nazione da difendere a spada tratta dalla minaccia europeista.

salvini felpa italia prima delle europee

Le divise delle forze dell’ordine

Una volta arrivato al Viminale, Salvini ha cambiato look, sostituendo felpe e giacche con le divise delle forze dell’ordine di cui – in quanto ministro dell’Interno – era appena diventato rappresentante.

salvini divisa polizia

A dominare la scena sono state (sia nel 2018 che nel 2019, rivela ancora YouTrend) le divise della Polizia; seguono nell’ordine l’Esercito, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile e i Carabinieri. L’allora ministro si è – letteralmente – messo nei panni di tutti loro, almeno fino a quando il sindacato dei pompieri non ha sporto denuncia per uso improprio della divisa (che, secondo la legge italiana, può essere indossato solo da chi fa parte di questi ordini).

salvini vigili del fuoco

L’estate della crisi

Con l’arrivo dell’estate 2019 si è aperta la fase del Pepeete, dei selfie in spiaggia e di quei costumi da bagno poco opportuni per un ministro. Ma nulla, allora, sembrava scalfire il senso di ottimismo e di fiducia che si respirava tra le fila della Lega dopo quel 34% conquistato alle europee. Niente sembrava frapporsi tra Salvini e la conquista dei famosi “pieni poteri“, certamente non qualche critica al suo abbigliamento succinto.

papeete

Qualche maglietta, però, l’ha indossata, come quella firmata Giorgio Armani su i colori della nazionale si accostano ai cinque cerchi di Tokyo 2020. Un bel cambio di rotta rispetto al lontano 2000 quando, in occasione del match tra Italia e Francia, dichiarò espressamente di tifare per la seconda.

salvini maglia italia

Il “look Bertinotti”

Siamo di nuovo in campagna elettorale, mancano solo poche settimane all’apertura delle urne in Emilia Romagna. Cambiano gli elettori da convincere e così cambia anche il look: spuntano così “coglioncini”, pardon, maglioncini a collo alto, giacche (rigorosamente con la spilla di Alberto da Giussano) dai colori autunnali e pantaloni di velluto. Se il Capitano alla guida della coalizione di centrodestra sceglie di vestirsi da intellettuale di sinistra è solo perché sa che è proprio loro che deve convincere per espugnare la storica roccaforte rossa.

salvini dolcevita giacca

Il tempo stringe e ormai Salvini ripone raramente il “look Bertinotti” (per citare Luca Telese) nell’armadio, solo per sostituirlo con lo “stile Marchionne”: camicie chiare e maglioncini (questa volta scuri e a collo basso), gli stessi che indossa quella classe imprenditoriale italiana che si riconosce nella destra moderata ma che, momentaneamente “orfana” di Silvio Berlusconi dopo la crisi di Forza Italia, rischia di essere intercettata da Giorgia Meloni o Matteo Renzi.

imprenditori

Il prossimo look?

Via libera, allora, al toto-look, per indovinare quale sarà il prossimo travestimento del politico più trasformista della scena italiana. Nessun espediente sembra fuori dalla portata di un uomo che in vent’anni ha detto tutto il contrario di tutto, abbracciando e subito rinnegando battaglie (da “Roma ladrona” alla crociata contro la Nutella e le sue nocciole turche). Complice la memoria corta degli italiani, che sognano l’uomo forte (parla chiaro l’ultimo rapporto Censis) ma non si accorgono che la sistematica e affannosa ricerca di una forma sempre nuova ad altro non serve che a saziare appetiti effimeri e a nascondere la vacuità e l’incoerenza dei contenuti.

salvini maglioncino natale