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Luigi Di Maio, i propositi per il 2020: "Via concessioni ai Benetton"

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Luigi Di Maio ha illustrato in un video i provvedimenti che verranno varati nel 2020, tra cui la revoca della concessione autostradale ai Benetton.

Nella diretta Facebook pubblicata per il giorno di Capodanno, Luigi Di Maio ha voluto tracciare un bilancio del 2019 appena passato illustrando al contempo i propositi governativi per questo 2020. Tra le altre cose, il ministro degli Esteri ha infatti parlato dei dettagli del decreto Milleproroghe, nel quale è stata un’apposita norma che consentirà di poter revocare le concessioni autostradali. Un esplicito riferimento ad Atlantia e alla famiglia Benetton, da tempo ormai in rotta di collisione con il M5s.

Il messaggio di Luigi Di Maio

Nel filmato postato sui social, il capo politico del M5s ha parlato della discussa norma del Milleproroghe che consentirebbe la revoca delle concessioni autostradali: “Nel Milleproproghe abbiamo inserito la norma sulle concessioni autostradali. Questo decreto dice finalmente che si avvia un percorso per alcune infrastrutture che ci permette di revocare le concessioni ai Benetton.

In risposta alle critiche piovute per la scelta di introdurre la suddetta norma, Di Maio ha così dichiarato: “Tutti si sono scandalizzati perché è crollato il titolo di Atlantia, ma chi si è scandalizzato non lo ha fatto quando è crollato il Ponte Morandi”. Nelle scorse settimane, proprio a seguito dell’approvazione della norma, Autostrade per l’Italia aveva ufficialmente chiesto un risarcimento danni al governo pari al 100% della concessione, accusando l’esecutivo di aver varato una norma appositamente per colpire l’azienda.

L’accusa ai giornalisti

Nel corso del suo intervento il capo della Farnesina ha inoltre puntato il dito contro la classe dei giornalisti, accusandoli di esserci concentrati più sui cosiddetti furbetti del reddito di cittadinanza che sui 334 arresti per reati di ‘ndrangheta ordinati dal pm Nicola Gratteri qualche giorno fa: “Certo mi fa riflettere il fatto che che ci siano stati giornali che hanno dato più rilievo ai furbetti del reddito che agli arresti di ‘ndrangheta fatti dal pm Gratteri. Che hanno guadagnato una sola prima pagina, su 10 quotidiani nazionali”.

Sul finale non manca nemmeno una stoccata all’ex alleato Matteo Salvini, criticato per l’onnipresenza di figure religiose all’interno della sua propaganda politica: “Io non citerò né Madonne né Dio. Noi non abbiamo bisogno di slogan o frasi fatte, o di invocare l’aiuto di Dio per fare carriera politica”. Nella giornata dell’ultimo dell’anno, il leader della Lega aveva infatti pubblicato un’immagine di se stesso mentre bacia un rosario accompagnata dall’ormai classica richiesta di aiuto a Dio e al Cuore immacolato di Maria.