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Gianluigi Paragone espulso dal M5s: "Farò ricorso"

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Il collegio dei probiviri del M5s ha espulso il senatore Gianluigi Paragone, a seguito delle numerose votazioni fatte in difformità alle indicazioni.

Il senatore Gianluigi Paragone è stato espulso dal Movimento 5 Stelle come disposto dal collegio dei probiviri nella serata del 1° gennaio. Lo stesso collegio, composto da Raffaella Andreola, Jacopo Berti e dalla ministra Fabiana Dadone, ha già comunicato al senatore la procedura d’espulsione, giustificandola con le numerose votazioni in merito alla manovra economica fatte in contrasto alle indicazioni del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle.

Lo sfogo sui social

Non si dà per vinto Gianluigi Paragone dopo l’espulsione dal M5s. “Farò ricorso e se mi gira mi rivolgerò anche alla giustizia ordinaria“, ha minacciato il senatore in un video pubblicato su Facebook. L’ormai ex pentastellato ha annunciato che continuerà “a predicare il programma elettorale che per me è ancora valido. Cari falsi probiviri, cari uomini del nulla, voi avete paura di me perché ho quel coraggio che voi non avete più. Non siete saggi, c’è solo la volontà di espellere qualcuno perché è un rompico****i”.

Gianluigi Paragone espulso dal M5s

Non si è fatta attendere la replica dell’ormai ex esponente pentastellato, che sui propri canali social ha pubblicato la fotografia di un foglio di carta intestata del Senato della Repubblica con sopra vergata la laconica frase: Sono stato espulso dal nulla. C’era una volta il 33%, ora…”, a ribadire il severo giudizio di Paragone su cosa sia diventato il M5s dopo l’esperienza governativa.

Da tempo infatti tra Paragone e il Movimento non correva più buon sangue come un tempo, con il giornalista ed ex direttore de La Padania che aveva apertamente dichiarato nei giorni scorsi: “Io sono oggi quello che loro erano alle origini e che ora non sono più perché il sistema li ha addomesticati.

Le frasi sull’espulsione

Negli ultimi giorni Paragone aveva peraltro già paventato la possibilità di una sua espulsione dal Movimento, sottolineando tuttavia l’inconsistenza a suo dire di tale provvedimento: “Ci proveranno, certo. Forse ce la faranno pure, ma poi metterò in evidenza che il collegio dei probiviri è composto da persone che sono incompatibili, come la ministra Dadone che non può essere ministro e probiviro insieme.