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Rottura tra Di Maio e Di Battista: "Non servono persone opportuniste"

di maio di battista

Di Maio e Di Battista si allontanano: dopo il sostegno a Paragone dimostrato dall'ex deputato, i rapporti con il capo politico M5s sono cambiati.

È caos all’interno del Movimento 5 Stelle: si rompe il ritrovato asse (rinato nei giorni della battaglia sul Mes) tra Luigi Di Maio e Alessandro di Battista dopo il sostegno di quest’ultimo a Paragone. Dopo il voto contrario del senatore alla manovra e l’astensione durante la votazione sulle dichiarazioni del premier Conte, il Collegio dei probiviri ha decretato la sua espulsione dal partito. Di Battista ha però fatto sentire la sua vicinanza a Gianluigi, definendo Paragone fosse “più grillino di altri”. Il capo politico di M5s, di fronte a tutto ciò, ha preso le distanze.

Rottura Di Maio-Di Battista

Il caso dell’espulsione di Paragone da M5s ha scatenato il caos all’interno del Movimento. Dopo il commento di Di Battista su Paragone, il capo politico pentastellato ha voluto sottolineare che “pluralismo non significa anarchia. Il Movimento è fatto di tante voci, mi auguro che tutte siano presenti agli Stati generali di marzo, ma non è possibile accettare che ognuno faccia quel che vuole contro la comunità di cui fa parte”. Non sono mancate alcune frecciatine all’ex ministro Fioramonti e a Paragone stesso: “Al Movimento servono persone che lavorino per ottenere risultati, non visibilità. Servono persone che ci mettano la faccia sempre – ha detto ancora Di Maio – e non a giorni alterni, secondo le proprie convenienze”.

Diversa la posizione di Alessandro Di Battista, più vicino all’intransigenza di Paragone. L’ex deputato del M5s, infatti, aveva sottolineato già in un incontro passato con il ministro degli Esteri che “con Gianluigi continuerò a lavorare. Abbiamo la stessa visione del Movimento, dice quel che ho sempre detto io”. Infatti, l’ex parlamentare ha ribadito la medesima opinione anche tramite social: “Non c’è mai stata una volta che non fossi d’accordo con lui. Vi esorto a leggere ciò che dice e a trovare differenze con quel che dicevo io nell’ultima campagna elettorale che ho fatto”.