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Deputato Librandi minaccia i finanzieri: "Io vi faccio sbattere fuori"

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Il deputato di Italia Viva Gianfranco Librandi è accusato di aver minacciato alcuni finanzieri mentre effettuavano un controllo nella sua azienda.

Hanno suscitato un vespaio di polemiche le conversazioni del deputato Gianfranco Librandi rilasciate in anteprima dal settimanale L’Espresso, in cui il parlamentare di Italia Viva (all’epoca dei fatti ancora nel Pd) si scaglia violentemente contro gli agenti della Guardia di Finanza. È infatti il 24 luglio del 2019 quando i finanzieri giungono negli uffici della sua azienda di elettronica per una normale verifica fiscale, venendo tuttavia minacciati e aggrediti verbalmente dal deputato.

Deputato Librandi minaccia i finanzieri

Arrivati nelle sedi di Saronno e di Roma della TCI Telecomunicazioni, azienda con oltre 200 milioni di euro di fatturato annuo, i finanzieri sono stati accolti dal deputato Librandi con una sequela di minacce e improperi che sono state in seguito riportate fedelmente nel verbale della Guardia di Finanza. Il parlamentare avrebbe infatti affermato via telefono: “Non ha capito, ve ne dovete andare… lei pagherà le conseguenze di quello che sta facendo violando le leggi. Ora chiamo i generali e le faccio vedere io se sta facendo bene! Andrà a finire male”.

Librandi contestava il fatto che i finanzieri si fossero introdotti nell’azienda in sua assenza, accusando i militari di stare commettendo un abuso di potere nei suoi confronti e prendendosela in particolar modo con il maggiore Pirrazzo lì presente. È proprio mentre il maggiore sta tentando una mediazione con il parlamentare che viene raggiunto da altre minacce: “Ve ne dovete andare! Non ha capito, io sono onorevole, e sto in Commissione Finanze ha capito? Ora chiamo il prefetto e la faccio sbattere fuori. […] le farò causa e le farò pagare le conseguenze dell’occupazione militare che ha fatto questa mattina nei miei uffici di Saronno… io sono intoccabile, avete violato i miei diritti garantiti, io le avevo detto di tornare venerdì perché oggi erano presenti anche dei clienti tedeschi… Ci divertiremo in tribunale, vedrà. Mi saluti i suoi amici leghisti”.

La risposta del parlamentare

Raggiunto dai giornalisti per replicare all’anteprima de L’Espresso, Librandi dichiara di ricordare l’ispezione degli agenti della Finanza ma nega di aver mai pronunciato quelle frasi: “Mi ricordo benissimo la visita della Guarda di Finanza, ma questa storia non esiste proprio. È tutta fantasia e ovviamente agirò in giudizio perché questa è diffamazione.

Tra l’altro, appena due giorni dopo i fatti contestati, lo stesso Librandi consegnò alla Finanza una dichiarazione scritta nella quale dava la sua versione della vicenda: “Il 24 luglio i militari irrompevano in azienda in nove, come all’assalto, creando il panico generale, al punto che gli stessi militari si compiacevano dello stato di agitazione e timore dicendosi tra loro ‘li abbiamo militarizzati’. Entravano senza titolo nel Laboratorio Progetti, causando la sorpresa e il blocco della attività. Impaurendo i dipendenti ed asserendo suggestivamente di avere il potere di controllare ed acquisire i computer e i telefoni personali”.