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Regionali, Conte: "Non sono un voto sulla sopravvivenza del governo"

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Conte ha commentato gli appuntamenti elettorali in Emilia e Calabria ricordando che "il voto regionale" non è un voto sull'esecutivo.

Alla vigilia delle elezioni regionali in Umbria e Calabria, il premier Giuseppe Conte torna a ribadire che con questo voto non si decideranno le sorti del governo. “Confido che i risultati saranno positivi e che possa arrivare maggiore energia e maggior entusiasmo verso l’azione di governo – ha commentato il presidente del Consiglio -. Ma ad ogni modo, il voto regionale non riguarda la sopravvivenza del governo, né la mia permanenza – ha rimarcato ancora -. Non si tratta di un voto sull’esecutivo, sarebbe altamente improprio definirlo tale”.

Conte sulle regionali Emilia e Calabria

Il premier Conte si definisce positivo a poche ore dall’apertura delle urne in Calabria e in Emilia Romagna: le regionali, comunque, non decideranno le sorti del governo. “Non si tratta di un voto sul governo – ha ribadito Conte -, sarebbe altamente improprio definirlo tale. Poi possiamo dare tante letture politiche di questo voto, ma qui non si sta votando per il governo. Non si può quindi pensare che la votazione della comunità emiliano-romagnola e calabrese possa essere la votazione offerta all’azione di governo”. Di fronte ai giornalisti, dunque, l’avvocato del popolo ripete in continuazione che l’appuntamento di domenica non avrà alcun impatto sul governo, così come non lo hanno avuto le dimissioni da capo politico di Luigi Di Maio.

“Noi abbiamo preso un impegno con il Paese – ha aggiunto ancora Conte -, non solo con una comunità regionale, ma con tutto il Paese e nella sede più autorevole, che è il Parlamento. Questo impegno noi lo dobbiamo portare a termine. Abbiamo una responsabilità per cui non ci possiamo lasciare eventualmente deprimere qualora il risultato di domenica non ci dovesse piacere”.

A chi invece chiede una spiegazione sul fatto che il Parlamento non sembri rispecchiare la volontà popolare, Conte risponde: “Si chiama democrazia parlamentare. Funziona così. Oppure si dovrebbe andare a votare una volta al mese per creare una perfetta rispondenza del Parlamento e quelli che sono i sondaggi. Ma non credo sia un’opzione perseguibile in quanto renderebbe impossibile l’azione stessa del governo”.

L’attacco a Salvini

“Bisogna allontanarsi dalle polemiche politiche”, ha concluso il premier . “Non dobbiamo mai distrarci da quella che è la direzione più ampia di sviluppo dell’azione politica. Che deve essere quella del bene comune e del perseguire gli interessi veri”. Poi, un accenno e un attacco al leader della Lega: “Le polemiche politiche spesso, affidate anche a linguaggi aggressivi, distraggono. E non fanno bene ai cittadini, anzi prendono in giro i cittadini“.

Tornando all’economia, invece, il premier ricorda l’approvazione della sperimentazione sul taglio del cuneo fiscale approvata in Cdm. Poi,di nuovo contro Salvini: “Ci saranno dei lavoratori che prenderanno 100 euro in più in busta paga. Io rispondo così a chi adesso fa della facile ironia ma è stato al governo per 15 mesi: caro Matteo Salvini, tu sei stato ministro dell’Interno per più di un anno, perché non hai fatto tu questa proposta? Perché ora fai la facile ironia ma non hai pensato a tagliare le tasse ai lavoratori quando eri al governo?”. Infine, l’affondo: “Indossi la felpa per immedesimarti nelle varie categoria professionali, per suscitare facile consenso, ma perché quando eri agli Interni non hai portato proposte concrete, come stiamo facendo noi, per pagare gli stipendi arretrati delle forze di polizia e dei vigili? Lo abbiamo fatto noi, con tanti sacrifici”.