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Salvini rompe il silenzio elettorale, le sardine: "Muto e vota"

Salvini rompe silenzio elettorale

Matteo Salvini rompe il silenzio elettorale con un tweet su Bibbiano e con un video di propaganda su Facebook. Immediata la reazione delle Sardine.

Non si fermano gli scontri tra il Movimento delle Sardine, guidato da Mattia Santori e il Leader della Lega. Matteo Salvini ha rotto il silenzio elettorale durante le elezioni che coinvolgono la Calabria e l’Emilia Romagna. L’ex ministro degli interni non è nuovo a questo tipo di attività, ma stavolta la reazione delle sardine è stata immediata ed hanno subito organizzato un flash mob sui social: “muto e vota”. Il flashmob consiste nel postare un selfie con un dito davanti alla bocca, simboleggiando appunto il silenzio elettorale violato da Matteo Salvini. Il leader della Lega avrebbe infatti pubblicato su tweet su Bibbiano e condiviso un video di propaganda politica su Facebook, lo stesso giorno in cui si svolgono le elezioni in Emilia Romagna e in Calabria. La reazione del web è stata immediata: “Muti e votanti per la democrazia e contro il fascismo”, “Siamo e saremo la voce libera e indipendente in un paese che può rinascere attraverso la speranza e l’integrazione, consolidata dai veri valori di umanità e coesione” e “Tanti pesciolini votano in silenzio e sconfiggono il tonno…” sono solo alcuni dei commenti che si possono leggere sui social.

Salvini rompe il silenzio elettorale: la legge

Sebbene la legge sul silenzio elettorale non impedisca la propaganda sui social, le linee guida dell’Agcom raccomandano di rispettare il silenzio con tutti i mezzi di comunicazione, includendo quindi anche i social network. La legge sul silenzio elettorale risale al 1956 ed è stata modificata solo nel 1984 prevede che: “Nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi e le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, nonché la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri o manifesti di propaganda o l’applicazione di striscioni, drappi o impianti luminosi. Nei giorni destinati alla votazione è vietata, altresì, ogni propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali.”