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Dopo la citofonata di Salvini a Bologna scatta l'indagine interna tra i carabinieri

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In seguito alla citofonata di Salvini a Bologna, i carabinieri hanno aperto un'indagine interna per verificare il ruolo di un maresciallo dell'Arma.

Ha fatto discutere la citofonata di Matteo Salvini al tunisino presunto spacciatore del quartiere Pilastro: i carabinieri di Bologna hanno avviato un’indagine interna. Pare, infatti, che la donna che avrebbe accompagnato il leader della Lega davanti all’abitazione del minorenne sia stata allertata da un maresciallo. I dubbi su quanto accaduto il pomeriggio del 21 gennaio rimangono molti. Nel frattempo, però, i carabinieri proseguono gli accertamenti.

Salvini a Bologna: al via l’indagine

Il pomeriggio del 21 gennaio scorso, Anna Maria Biagini avrebbe accompagnato Matteo Salvini al Pilastro davanti alla casa del presunto spacciatore. Il leghista avrebbe quindi suonato alla casa per chiedere se il ragazzino di 17 anni spacciasse sostanze. Tuttavia, la donna potrebbe essere entrata in contatto con i vertici della Lega grazie a un intermediario. Secondo alcune ricostruzioni, inoltre, potrebbe trattarsi di un maresciallo dell’Arma. Quest’ultimo potrebbe essere stato sospeso dal servizio in seguito a unw precedente indagine per stalking e depistaggio. Tuttavia, in attesa del parere della Cassazione la sentenza potrebbe non risultare esecutiva. Per chiarire quanto accaduto, quindi, dopo l’episodio della citofonata di Salvini a Bologna è stata avviata un’indagine interna da parte dei carabinieri. Non è stato aperto però alcun fascicolo. Nell’ipotesi positiva del coinvolgimento del militare, si parlerebbe di una violazione dell’imparzialità per intromissione in un’attività con riflessi politici.

Sul caso esiste anche un’interrogazione al ministero dell’Interno del deputato Andrea De Maria (Pd) volta a rilevare se “le autorità competenti hanno richiesto a chi era presente, a tutela della sicurezza, informazioni”. Qualora vi siano, inoltre, occorrerà precisare “quali siano, nel caso, i riscontri ricevuti”. De Maria ritiene che Salvini abbia “compiuto un atto evidentemente molto discutibile e anche foriero di generare conflitti e tensioni, alla presenza di numerosi operatori delle forze dell’ordine”.