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Coronavirus, Zaia accusa i cinesi: poi esprime le sue scuse

Coronavirus, le parole di Luca Zaia

Brutta uscita del presidente della Regione Veneto Luca Zaia in merito al coronavirus e alle abitudini alimentari dei cinesi: poi le scuse.

Brutta uscita del presidente della Regione Veneto Luca Zaia in merito ai cinesi e al Coronavirus. Il tutto è successo in un’intervista ad Antenna 3-Nord Est di giovedì 27 febbraio. Il presidente del Veneto ha detto che il coronavirus ha avuto la possibilità di essere trattato in maniera migliore in Italia per una questione di differenza nella gestione dell’igiene personale rispetto a quanto avviene in Cina. “Diciamoci la verità – dichiara il Presidente della Regione Veneto – abbiamo visto tutti i cinesi mangiare topi vivi“. In seguito, però, si è scusato per le offese.

Coronavirus, Zaia contro i cinesi

Una frase che ha immediatamente sollevato un gran numero di polemiche. Confrontando l’emergenza in Veneto e in Cina, Zaia ha asserito che gli oltre cento casi di positività al Coronavirus in Veneto sono stati tutti affrontati nelle condizioni igienico-sanitarie migliori. Tutti gli ammalati italiani, sostiene, non hanno mai presentato sintomi e sono stati in grado di proseguire la quarantena all’interno delle proprie abitazioni. Questo perché, secondo Zaia, noi abbiamo un’alimentazione e un’igiene migliore rispetto ai cinesi.

“La mentalità che ha il nostro popolo a livello di igiene è quella di farsi la doccia, di lavarsi spesso le mani. L’alimentazione, il frigorifero, le scadenze degli alimenti sono un fatto culturale” ha continuato il governatore. “La Cina ha pagato un grande conto di questa epidemia che ha avuto perché li abbiamo visti tutti mangiare i topi vivi. Il virus non deve trovare un substrato dove poter proliferare. E noi siamo dei maniaci da questo punto di vista”.

Le critiche da Pechino


Nel frattempo sono giunte proteste ufficiali da parte dell’ambasciata cinese in Italia, che in un post pubblicato sui social ha affermato di essere rimasta basita da quelle che sono state definite calunnie e offese gratuite, senza però mai menzionare il presidente veneto: “In un momento cruciale come questo, in cui Cina e Italia si trovano fianco a fianco ad affrontare l’epidemia, un politico italiano non ha risparmiato calunnie sul popolo cinese. Si tratta di offese gratuite che ci lasciano basiti”.

La replica del presidente del Veneto

Non si è fatta attendere la risposta di Luca Zaia alle critiche dei diplomatici di Pechino. Nella serata del 28 febbraio il presidente si è infatti detto dispiaciuto di essere stato a suo dire malinterpretato, quando non strumentalizzato: ” La mia era una riflessione che non voleva offendere nessuno, si riferiva alla montagna di materiale e video, molti dei quali fake, che pesano sulla ‘reputazione’ di questo virus”. “Quella frase – ha detto al Corriere – mi è uscita male, d’accordo. Se qualcuno si sente offeso, mi scuso. Non era mia intenzione fare il qualunquista e tanto meno generalizzare”.

Il presidente ha infatti spiegato che la sua riflessione voleva essere più ampia: “Volevo parlare delle fake news e dei video che hanno girato prima che l’epidemia arrivasse da noi. Hanno preparato la culla per il neonato. Qui non è arrivato il virus, ma il virus della Cina”. E infine sull’igiene e le abitudini dei cinesi: “Volevo solo dire che le certificazioni sul fronte della sicurezza alimentare e sanitaria variano da Paese a Paese. Era una riflessione a 360 gradi su un Paese che ha metropoli moderne e altre zone che sono il loro esatto opposto”.