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Coronavirus, proteste da ambasciata cinese su Zaia: "Offese gratuite"

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L'ambasciata della Cina in Italia ha protestato contro le frasi di Luca Zaia sui cinesi che mangiano i topi in relazione all'epidemia di coronavirus.

Nella tarda serata del 28 febbraio l’ambasciata cinese in Italia ha apertamente protestato contro le frasi del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, reo di aver affermato durante una trasmissione televisiva che il coronavirus sia nato proprio in Cina a causa delle scarse abitudini igieniche dei cittadini cinesi. Per la precisione, Zaia aveva parlato di video ritraenti persone che mangiano topi vivi; affermazioni che sono subito state definite calunniose da parte dei diplomatici cinesi.

Zaia sui cinesi, la protesta dell’ambasciata


In un post pubblicato sul proprio account social ufficiale, l’ambasciata cinese in Italia ha esplicitamente parlato di offese gratuite senza però mai menzionare il nome di Luca Zaia nel suo comunicato, parlando semplicemente di un politico italiano: “In un momento cruciale come questo, in cui Cina e Italia si trovano fianco a fianco ad affrontare l’epidemia, un politico italiano non ha risparmiato calunnie sul popolo cinese. Si tratta di offese gratuite che ci lasciano basiti”.

Nell’intervento televisivo dove cercava di esprimere la sua opinione in merito alla propagazione del virus in Cina, Zaia aveva correlato l’epidemia a una presunta scarsa igiene insita nello stile di vita cinese : “La Cina ha pagato un grande conto di questa epidemia che ha avuto perché li abbiamo visti tutti mangiare i topi vivi. Il virus non deve trovare un substrato dove poter proliferare. E noi siamo dei maniaci da questo punto di vista”.

La replica del presidente del Veneto

Non si è fatta attendere la risposta di Luca Zaia alle critiche dei diplomatici di Pechino. Il presidente si è infatti detto dispiaciuto di essere stato a suo dire malinterpretato, quando non strumentalizzato: ” La mia era una riflessione che non voleva offendere nessuno, si riferiva alla montagna di materiale e video, molti dei quali fake, che pesano sulla ‘reputazione’ di questo virus”.

Zaia non si lascia andare però a delle scuse esplicite, preferendo rimarcare in un certo senso le controverse affermazioni fatte nel video: È indubbio che le condizioni che abbiamo qui sono diverse da quella in Cina. Ma il qualunquismo e la generalizzazione non sono nel mio stile. È pur vero, tuttavia, che in un Paese dalle mille sfaccettature, che presenta contesti metropolitani di assoluta innovazione, come Shanghai, Pechino, Shenzhen, ve sono altri che sono agli antipodi.