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Misure anti-coronavirus, Salvini: "Decreto non completo, chiudere tutto"

coronavirus matteo salvini

Secondo Salvini il decreto contenente le misure anti-coronavirus disposto da Conte non è completo: è necessario chiudere tutto.

Matteo Salvini ha commentato le misure anti-coronavirus contenute nel decreto annunciato dal premier Conte nella serata di mercoledì 11 marzo. “I medici chiedono di chiudere tutto ciò che non è strategico – ha detto il leghista -. Il decreto non è completo. Gli operai sono in rivolta, si chiedono: ‘Ma noi siamo cittadini di serie B?'”. Occorre, seocndo il leader del Carroccio “chiudere tutto”.

Salvini sulle misure anti-coronavirus

In un’intervista per Radio24, Matteo Salvini ha ribadito come il decreto con le misure di contenimento anti-coronavirus disposto da Conte (che prevede la chiusura di alcune attività commerciali) “non basta”. “Porteremo nuove proposte di modifica dell’ultimo decreto – ha annunciato il leghista -, servono misure ancora più restrittive”.

Il decreto non basta – ha denunciato ancora Salvini -. Non lo dico da capo del primo partito dell’opposizione. I medici chiedono di chiudere tutto ciò che non è irrinunciabile, quello che non è strategico ma poi leggi che possono rimanere aperti tabacchi, ferramenta bisogna chiudere le aziende non strategiche, alcune stanno chiudendo autonomamente. Le cose si fanno o non si fanno”.

Ma qualcuno ricorda che Salvini voleva aprire tutto nonostante l’emergenza: di fronte all’accusa il leghista ha pronta una replica. “Io dicevo di aprire tutto, sì. Ma quando i medici mi portano 30% aumento numero dei contagi e mi dicono se non limitiamo i contagi è una catastrofe, allora fermiamo tutto e sono stati gli stessi imprenditori a chiederlo. Tanti stanno chiudendo spontaneamente”. Poi attacca il presidente del Consiglio: “E comunque se dovessimo chiedere a Conte” quante volte ha cambiato idea “ci staremmo tre mesi…”.

Infine, rispetto all’Europa Salvini rilancia: “‘Deve fare un provvedimento sanitario ed economico adesso. Ora l’Europa fa annunci ma giudicheremo i fatti, vogliamo capire: quanti, come e quando”.