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Coronavirus, Conte: le tre fasi per uscire dall'emergenza

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"Non siamo nelle condizioni di dire che il 14 aprile allenteremo le misure". L'annuncio di Conte sulle tre fasi per uscire dall'emergenza coronavirus.

Nella conferenza stampa in cui ha annunciato la nuova proroga, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato di tre fasi per superare l’emergenza coronavirus, rivolgendosi agli italiani con queste parole: “Non siamo nelle condizioni di dire che il 14 aprile allenteremo le misure”.

Coronavirus, la prima delle tre fasi

“Non siamo nelle condizioni di dire che il 14 aprile allenteremo le misure”, e se lo aspettavano tutti. Si vogliano i numeri, le cifre e i volti degli italiani, nella conferenza della nuova proroga tenuta da Conte mercoledì 1 aprile, agli italiani sono stati chiariti alcuni concetti di fondo. Fissata una nuova data “x” sul calendario, il lockdown del Paese durerà fino a Pasquetta, ovvero il Lunedì dell’Angelo che, solitamente, coincide con i primi raggi della vera primavera. Ma ai tempi del Covid-19 non ci saranno festeggiamenti né per la Pasqua né per la Pasquetta, poiché l’Italia non è ancor pronta ad allentare la presa, non ora che iniziano a vedersi i primi timidi risultati. Si attendono i pareri degli esperti e dei medici, che arriveranno successivamente, anche per capire se il nostro Paese potrà – o meno – tornare in tempi brevi ai ritmi conosciuti.

La fase due

Nella conferenza Conte si è speso per illustrare le varie fasi che riguarderanno le future, e attuali, mosse dell’Italia: le manovre che ci attendono. Nella prima fase, per ora, ci siamo dentro, ed è il lockdown: misure restrittive, ricordate ad esempio dall’hashtag #iorestoacasa, e che riguardano l’emergenza vera e propria, quella dov’è necessario il maggior sacrificio in nome della salute pubblica e individuale. Una fase dove la più parte degli italiani ha dimostrato di sapersi adattare alle misure e alle norme: in occasione, Conte ha ricordato che “un allentamento delle misure non sarà immediato”, ma graduale, concessioni comprese. Un messaggio che ha chiaramente lasciato respiro alla fase tre, allungando le tempistiche della sua attuazione e fase in cui entreremo quando il coronavirus avrà allentato la presa sul Paese e si potrà vedere una lenta ripresa.

La fase tre e le nuove sfide

Le due settimane che abbiamo davanti sono cruciali per l’andamento dell’epidemia, cui si spera di vedere un’ulteriore flessione dell’onda dei contagi per permettere l’inizio della seconda fase. Conte smentisce anche un’ipotesi dell’allungamento delle restrizioni al 3 maggio, notizia che era emersa in giornata, poiché risulta per ora impossibile fare previsioni. Non è ancora tempo per la fase tre, cui per il momento non ne s’intravedono neanche i contorni, e che Conte l’ha definita come quella “dell’uscita dall’emergenza, della ricostruzione, del rilancio”. Una partita che si gioca non solo sul fronte interno, ma anche su quello europeo: c’è bisogno di garantire sostegno a tutte le famiglie, ai cittadini in difficoltà e ai lavoratori. Se da un lato ci sono i medici che senza sosta fronteggiano l’emergenza sanitaria, il Governo deve anche tamponare l’allarme economico e sociale, dove il sistema produttivo inizia a piegare le gambe e le famiglie sostano in attesa di risposte.