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Coronavirus, il sindaco di Prato: "I cinesi ci hanno dato il buon esempio"

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Il sindaco di Prato ha elogiato il comportamento dei cittadini cinesi presenti nella sua comunità per il buon esempio dato nell'affrontare il coronavirus.

Il sindaco di Prato Matteo Biffoni ha definito una fortuna il comportamento tenuto dai cinesi nel contrasto alla diffusione del coronavirus. Ha infatti spiegato che i cittadini orientali, tornati dalla Cina dopo il Capodanno, si sono subito messi in quarantena per lungo tempo e a suo dire questo è uno dei motivi per cui la provincia è una di quelle con meno contagiati.

Coronavirus: sindaco di Prato ringrazia cinesi

Il primo cittadino ha sottolineato che i cinesi residenti nella sua città hanno dato il buon esempio consentendo che fosse una delle prime ad aver preso atto della gravità dell’infezione. “Grazie a quell’esempio tutti si sono messi in riga“. Ha quindi continuato affermando che di 195 mila abitanti, circa 21 mila sono cinesi molti dei quali per le vacanze natalizie si erano recati in terra natale.

Una volta rientrati a causa del diffondersi dell’epidemia a Wuhan, hanno chiuso subito le aziende e i negozi facendosi due o tre quarantene e ora, come tutti, restano a casa. Biffoni ha poi spiegato che, dato l’evolversi dell’epidemia, non è ancora giunto il momento di abbassare la guardia e men che meno di autorizzare le passeggiate con i bambini. “Migliaia di persone si rimetterebbero in giro. Un marasma. No aspettiamo. Facciamo un altro sforzo. Ovvio che ci sono le eccezioni per i bimbi con disabilità. Del resto nessuno vieta di portare il bambino con sé davanti al garage o nel cortile di casa“, ha chiarito.


Si è poi espresso sullo stanziamento di denaro che lui ritiene necessario per gestire il dopo emergenza, parlando di una cifra compresa tra i 5 e i 6 miliardi di euro. Quando arriverà quel momento lo decideranno medici e virologi. Ma intanto, ha concluso, è bene che la politica si concentri su come ricominciare e quali scelte economiche vadano fatte per garantire la tenuta sociale.