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Anna Ascani, la viceministra guarita dal coronavirus: "Ho avuto paura"

Anna Ascani

Dopo una battaglia durata 31 giorni la viceministra Anna Ascani è guarita al Covid-19: "Mio fratello, un angelo: mi ha portato spesa e Playstation".

Il racconto della viceministra Anna Ascani guarita dal coronavirus. “Sì, ho avuto paura – confessa -. Specie la notte, quando senti ancora di più il peso dell’isolamento. Dormivo con il saturimetro al dito: era la mia coperta di Linus, che mi dava sicurezza sul livello di ossigeno nel sangue”.

Anna Ascani, la viceministra guarita al coronavirus

Dopo 31 giorni di battaglia contro il coronavirus, la viceministra dell’Istruzione Anna Ascani è guarita. La quarantena è stata: “La mia fortuna: ho evitato di contagiare altre persone” racconta in una intervista rilasciata al Corriere della Sera.È stata una battaglia durissima – sul contagio ricorda -. Il 14 marzo, stavo male da due giorni e il tampone ha confermato il contagio. All’inizio avevo solo un pò di febbre, che poi è salita fino a 39 e non andava giù. Poi sono arrivati dolori alle ossa e alla schiena. Sentivo in particolare la pressione sul petto”.

La viceministra non è comunque finita in ospedale: “Era il mio terrore. Soffro di asma fin da bambina. Sono fortunata, mio fratello Andrea vive accanto a me e mi ha fatto da infermiere a distanza, il suo affetto è impagabile. Mi ha portato anche la Playstation. Ho giocato a Fifa, il calcio. E ho vinto la Champions con l’Inter: sono un’interista fondamentalista”.

L’aiuto è stato indispensabile: “Mio fratello lasciava la spesa fuori. Poi cucinavo io, soprattutto carne. Non me lo diceva il dottore – racconta – ma come sempre ho seguito i consigli di mia madre, anche se non avevano a che fare con la soluzione del problema”.

Numerosi messaggi di supporto e vicinanza sono arrivati alla viceministra in queste settimane: “Molti dall’opposizione e da tutto il governo. C’è stata una valanga di affetto. È stato fondamentale, perché il brutto di questo virus è che bisogna combatterlo da soli”. Sui 31 giorni di quarantena: “Ho letto la trilogia di Robert Harris su Cicerone, era tanto che volevo farlo. Però leggere non è stato facile: serve concentrazione e questo virus ti spossa. Poi Netflix, con La Casa di carta e The Crown. Poi ho visto tutte le puntate di Quattro ristoranti”.