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Coronavirus, la fase 2 dimentica i bambini e dà per scontate le mamme

fase 2: ci si dimentica di bambini e mamme

Le scuole forse non riapriranno nemmeno a settembre e non si cercano alternative: si danno solo per scontate le mamme, che le più sacrificabili.

Qualcosa ripartirà, la fase due è pronta, è fondamentale far ripartire il paese, l’economia, la vita. Dei nostri figli però nessuno parla. Per loro sembra non esistere un tema, un piano per il futuro. Siamo smarriti come genitori e come professionisti. Non è ben chiaro come possiamo continuare a lavorare come prima con le scuole chiuse e i nonni lontani. La didattica rimarrà a distanza, per chi ha la fortuna di poterla seguire. La stessa didattica che sta creando differenze sociali profonde. Bambini e ragazzi persi, che non sono numeri ma si sentono tali. La stessa didattica che lascia sole le famiglie con bambini e ragazzi disabili che avrebbero bisogno di vicinanza. Qualcuno si sta occupando di loro?

Fase 2: chi si occupa delle mamme e dei loro bambini?

Mentre l’Europa si attrezza e cerca soluzioni pratiche per far ripartire la scuola, i genitori italiani sono
consapevoli ormai che le scuole non riapriranno e il futuro è incerto. I figli sono scomparsi da qualsiasi fase: 2, 3, 4. Forse nemmeno a settembre i bambini dagli zero ai tre anni potranno ritornare ad avere un percorso sociale ed educativo giusto per la loro fase di sviluppo. Non si cercano alternative, si danno solo per scontate le figure portanti: le madri. Un paese che di solito le odia le madri ora conta su di loro e non offre orizzonti certi.

Le donne sono le più sacrificabili; staranno a casa, premeranno pulsanti, cucineranno, faranno svolgere i compiti, poi staranno in smart working, risponderanno a due mail, tre telefonate. Giocheranno con il pongo, le formine, leggeranno libri delle favole. Tenere le scuole chiuse è davvero la scelta più giusta? Sicuramente la più facile, la meno rischiosa. Se non fosse che per i nostri figli non vediamo un progetto, non percepiamo l’interesse necessario. Che impatto avrà questo isolamento sul loro sviluppo, cosa succederà quando si troveranno improvvisamente di nuovo in una classe piena di coetanei?

Le donne sono la forza lavoro più flessibile, più ricattabile, meno pagata e più facilmente licenziabile. Non c’è molto altro da dire se non che nulla è cambiato, il carico della scuola si aggiungerà al resto. Avete deciso di annunciare due mesi prima della fine dell’anno scolastico che tutti gli studenti saranno promossi, ma continuiamo con questa farsa dell’utilità della didattica a distanza. Vediamo runner correre sotto casa, cani portati dieci volte a fare la pipì; ma i parchi per i nostri figli sono rimasti chiusi. Le fabbriche aperte ma i parchi chiusi. Dal 4 maggio riapriranno e faremo divertire i nostri bambini a turno.

Attendiamo con ansia la fase due, la riapertura delle aziende, di alcuni negozi. Attendiamo con ansia di ritornare alla vita. E aspettiamo di poter dire qualcosa ai nostri figli. Non possiamo vederci con gli amici che hanno figli e non possiamo farli tornare dalle loro maestre. Ma certo ci sono sempre i video. Se non fosse che per i bambini sotto i tre anni, gli schermi di dispositivi elettronici sono fortemente sconsigliati. E allora qual è la strada? Quando torneremo a parlare di bambini, di futuro?