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Coronavirus, Mattia Mor: "Sburocratizzare e ripartire uniti"

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Coronavirus, Mattia Mor a Notizie.it fa il punto della situazione sull'emergenza sanitaria ed economica. Il pensiero del deputato di Italia Viva.

L’emergenza coronavirus ha stravolto anche il lavoro dei parlamentari. Lo sa bene Mattia Mor, deputato di Italia Viva. Settimane durissime, e altrettante ne arriveranno, per poter portare il Paese fuori da questa gravissima crisi, non solo sanitaria ma anche economica. Ai microfoni di Notizie.it ha fatto il punto della situazione su quella che è attualmente la situazione italiana e quali saranno le prossime mosse che è lecito attendersi da parte del Governo Conte per quanto concerne gli aiuti economici. Per Mattia Mor, comunque, nessun dubbio: l’Italia deve restare unita per poterne uscire, senza distinzione tra le varie Regioni.

Coronavirus, l’intervista a Mattia Mor

Come è stata gestita l’emergenza sanitaria dal punto di vista governativo?

“Quella che abbiamo affrontato in questi ultimi mesi è un’emergenza sanitaria totalmente inaspettata. Sono stati fatti certamente degli errori, ma non abbiamo la controprova di come sarebbe stato con altri soggetti al Governo. Fortunatamente la nostra sanità, grazie ai medici e tutto il personale, con moltissimi sforzi, ha confermato ancora una volta di essere un’eccellenza per questo Paese. Ci sono stati degli errori di gestione sia nel contenimento che nelle strutture Rsa. Certe cose avrebbero potuto essere fatte meglio, come le riaperture. Noi è dal 28 marzo che spingiamo su questo tema, adesso ci ritroviamo a non avere una visione di lungo termine. Bisognava lavorare sul lungo periodo e con lungimiranza. E questo è il grave errore di gestione del Governo. La massima attenzione all’emergenza sanitaria però non deve far risentire a livello economico per gli italiani”.

Sei d’accordo con chi sostiene che chiuderà le proprie Regioni per impedire l’arrivo di persone da zone più a rischio?

“Non sono per nulla d’accordo su una simile iniziativa. Il Paese deve essere unito e solidale, non servono barriere né campanilismi, non serve nulla di tutto ciò. Dobbiamo essere uniti come Italia, dobbiamo ripartire tutti in modo uniforme e senza confini. È dal ’92 che non li vediamo in Europa. E men che meno vorrei vedere dei confini regionali in Italia o diatribe Sud-Nord”.

Come ti spieghi la maggiore incidenza del virus nelle Regioni del Nord?

Abbiamo visto a livello mondiale, anche in altri Paesi di Europa o a New York negli Stati Uniti, che le zone più colpite sono quelle dove si registra il più alto tasso di relazioni lavorative o di turismo con Paesi esteri come la Germania o la Cina. Detto ciò, non si possono negare alcuni errori come ad esempio la mancata zona rossa di Bergamo; inoltre, le gestioni della sanità diverse tra Regioni e Regioni ha portato a una diffusione maggiore dal virus. Sono varie le motivazioni che hanno portato a questa situazione”.

Dopo la fine dell’emergenza Coronavirus, si dovrà tornare a un sistema centralizzato per la sanità, viste le criticità registrate a livello regionale?

“Anzitutto, la sanità lombarda ha da sempre dimostrato grandissima efficienza rispetto ad altre realtà del Paese, nessuno vuole attaccare l’operato dei medici lombardi. In generale, ci siamo dimostrati con l’attività di Governo con il Referendum 2016 favorevoli a un accentramento di alcune funzioni in mano allo Stato e non alle Regioni. Ovviamente non tutte. Ma riteniamo che questo potrebbe portare a maggiori efficienze. Anche perché abbiamo visto come all’inizio di questa emergenza ognuno si è mosso in maniera autonoma, con diverse ordinanze e provvedimenti che hanno creato maggiore confusione nella cittadinanza. Noi rispettiamo l’autonomia degli enti locali, ma riteniamo già dal 2016 che ci sia da accentrare alcune funzioni per avere risultati migliori”.

Coronavirus, gli aiuti per i cittadini italiani

Passiamo agli aiuti concreti da destinare agli italiani per poter ripartire dopo questa grave crisi, sia sanitaria che economica. Quanto previsto dal ‘Cura Italia’, secondo te, è sufficiente?

“Il decreto è una prima toppa a una crisi gigantesca che ci ha colpito senza averne contezza e sapere quello che avremmo affrontato. Abbiamo messo in campo delle risorse importanti, ben 25 miliardi, di cui possiamo usufruire grazie a uno scostamento del deficit di bilancio. Noi stessi non abbiamo mai visto una riforma di questo tipo in un periodo dell’anno. Il Cura Italia è un buon inizio, ma non è sufficiente. Per esempio, in merito ai lavoratori autonomi, ritengo assurdo il bonus da 600 euro per il mese di marzo. Trovo, inoltre, sbagliato che queste risorse siano state destinate anche a soggetti autonomi con un alto patrimonio. Ciò è andato a discapito di altri soggetti che ne necessitavano veramente. Forse bisognava prevede più fondi. Inoltre, nel Def che arriva sul tavolo di Governo consentirà di aumentare il bonus da 800 euro per aprile e maggio. Noi, come Italia Viva, abbiamo fatto ulteriori proposte perché non siamo ancora soddisfatti: per esempio, il credito di imposta previsto per i negozi nel mese di marzo, dovesse essere esteso anche ad alberghi, ristoranti e uffici; a causa del lockdown, infatti, non ha potuto lavorare nessuno, non solo i negozi. Oltre ai fondi del ‘Cura Italia’ ci sono quelli i fondi immediati per l’emergenza. Ritengo importante anche il ‘Decreto Liquidità‘ perché ha portato liquidità garantita al 100% fino a 25.000 euro, al 90% fino a 100.000 euro e 80% fino a 800.000 euro. Così per evitare che le imprese evitassero licenziamenti di massa o chiusure di aziende. Abbiamo previsto anche fondi per gli autonomi, chi si trovava nella condizione di fatturare e vivere di quello e adesso non può farlo comporta un enorme problema”.

Mattia Mor, i nostri lettori ci chiedono maggiori informazioni sulla cassa integrazione e sul perché alcune banche non aderiscono al Decreto Liquidità. Cosa puoi risponderci in merito? Tempistiche?

“Non conosco tutti i casi singoli, è evidente che la cassa integrazione è stata erogata sia dal governo centrale che dalle Regioni. Ovvio, ci sono alcune che si sono mosse in ritardo rispetto ad altre e per questo ci sono dei rallentamenti in tal senso. Uno dei problemi più grossi di questo Paese, che noi abbiamo sottolineato con una proposta di semplificazione, è certamente quello della burocrazia: fa il male di questo Paese. Per quanto concerne le banche che non erogano il Decreto Liquidità è un qualcosa che non può esistere. Da lunedì 27 aprile nessuna banca può tirarsi più indietro. Noi siamo felici di ascoltare tutte le proposte dei cittadini, così da poter migliorare in sede di emendamenti”.

Mattia Mor: “Cosa penso della burocrazia”

A proposito di burocrazia, ci sono anche Regioni che chiedono di poter superare il patto antimafia per gli appalti. Mattia, non credi che questo possa generare un rischio di infiltrazioni mafiose nel periodo post-emergenza coronavirus?

“Noi come Italia Viva è da novembre che abbiamo fatto una proposta affinché si possano sbloccare i cantieri perché ci sono 120 miliardi già finanziati nei vari bilanci della Pubblica Amministrazione a livello locale per far ripartire l’Italia con le infrastrutture. Dobbiamo immaginare un’evoluzione in questo senso. Abbiamo visto, però, che quando la burocrazia viene messa da parte – come nel caso di Pompei o dell’Expo – siamo riusciti a raggiungere risultati straordinari. Le cose fatte veloci, in Italia, non devono essere viste come un qualcosa di unico. Noi lo avevamo fatto con il Governo Renzi e continuiamo a auspicare leggi che consentano di sburocratizzare e al contempo realizzare delle leggi per ostacolare le infiltrazioni mafiose. Anche perché, attenzione: la burocrazia spesso aiuta chi si sa muovere meglio tra le scartoffie e i documenti, le angherie e tutto ciò che si deve sapere. La semplificazione è amica dei cittadini, aiuta la trasparenza”.

Il giudizio di Mattia Mor su UE

Tornando agli aiuti economici da destinare agli italiani, qual è per te un approccio corretto da parte dell’Unione Europea?

“Questa crisi ci ha dimostrato ancora una volta che gli Stati da soli non possono fare niente. Bisogna essere uniti e noi come Italia siamo in condizione di debolezza e con debito pubblico elevato, oltre sprechi e corruzione: per questo abbiamo bisogno dell’Europa. Certo, ci sono realtà del nord Europa che potrebbero farne a meno di questi aiuti. Noi siamo a favore di strumenti di sostegno, come il Mes, per poterci indebitare a un tasso più basso rispetto a quello che andremmo ad affrontare muovendoci da soli. Il debito pubblico italiano, prima della crisi coronavirus, era al 133%; adesso arriverà al 155-160% secondo le stime. Questo vuol dire che noi avremo interessi sempre più superiori rispetto ad altri Paesi. E questi sono soldi che togliamo agli italiani. Con il Mes o con strumenti come il Recovery-Fund si possono finanziare tutte le attività che possono salvare il nostro Paese a un costo più basso. Chi dice il contrario lo fa per demagogia. È chiaro che i soldi che ti vengono dati a debito devi restituirli, ma devono essere utilizzati in maniera efficiente”.

Gli iniziali rifiuti dei Paesi del nord credi possano influire negativamente sulla stabilità dell’Unione Europea?

“L’UE è fatta da negoziazioni tra Paesi che hanno necessità e caratteristiche differenti. Noi veniamo visti, come Paesi del Sud, come realtà con più corruzione e che si spende di più. Bisogna trovare mediazione, non accettiamo indubbiamente critiche e lezioni da Paesi come Olanda o Lussemburgo che, però, continuano a portare fuori le nostre tasse per essere importate nel loro Paese che sono dei veri e propri paradisi fiscali. La negoziazione deve essere fatta con i grandi Paesi europei, in particolare la Germania, a patto che l’Europa o va avanti tutta insieme con una politica fiscale, sociale, welfare, lotta contro la povertà, oppure l’Europa resterà una bella idea arrivata soltanto a metà”.

Mattia Mor: “Tamponi, estate e mare”

Capitolo tamponi: Mattia, perché ancora oggi non vengono effettuati a tutti anche in vista della Fase 2? Credi che la politica si potesse comportare in modo diverso?

“A dirla tutta, non lo so. Non so come sia andata con i tamponi ed è stato un errore gravissimo non farli prima a medici e infermieri, si sarebbero potute salvare più vite probabilmente. Sul ‘tamponamento di massa’, però, davvero non saprei darti una risposta chiara. C’è una commissione di inchiesta parlamentare che sta indagando in merito”.

Questa estate, si riuscirà a fare un bagno al mare?

La priorità al momento è interrompere la crisi sanitaria prima di andare al mare. Ed è evidente che il turismo è un’industria fondamentale per il nostro Paese, è la terza dell’Italia. Abbiamo proposto un bonus vacanze di 500 euro a famiglia per poter andare in vacanza, per far ripartire il turismo e dare un sollievo alle famiglie che hanno avuto difficoltà. Ma solo ed esclusivamente se la crisi sanitaria si risolverà”.

Un’ultima battuta, la tua posizione sull’app Immuni?

“La mia posizione è di estremo favore: dovremmo scaricarla tutta e farci tracciare tutti. Io trovo assurda questa polemica, noi tutti i giorni diamo i nostri dati a tutte le app che utilizziamo. Siamo sempre tracciati. Quando arriva un’app del Governo che ci consente di muoverci non la vogliamo scaricare per un fatto di privacy. Ma dobbiamo pensarci sempre alla nostra tutela dei dati, anche quando usiamo i social. Questa app non abusa dei dati degli utenti“.