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F35, 50 senatori del M5s chiedono la moratoria per il coronavirus

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50 Senatori del M5s hanno chiesto la moratoria per gli F35 e di destinare quei fondi al potenziamento della sanità militare.

Ben 50 senatori del M5s hanno sottoscritto un’interrogazione in cui si chiede di imporre una moratoria di un anno al programma di acquisto dei caccia bombardieri F35 a causa dell‘emergenza coronavirus. Per Gianluca Ferrara, primo firmatario dell’interrogazione: “La crisi sanitaria ed economica che stiamo vivendo impone un ripensamento delle nostre priorità di spesa pubblica, privilegiando gli investimenti in sanità, ricerca, innovazione e welfare rispetto alle spese in armamenti offensivi come i bombardieri con capacità nucleare F-35. Un programma costosissimo che sottrae risorse anche a settori della Difesa più strategici per la tutela della sicurezza nazionale di fronte alle nuove minacce informatiche, ambientali e sanitarie”.

La moratoria dei senatori del M5s per gli F35

“L’emergenza coronavirus – prosegue Ferrara – ha reso evidente a tutti l’importanza della sanità militare, che però ha pochi uomini e mezzi. Per questo, con un’interrogazione che abbiamo depositato oggi, chiediamo al ministro della Difesa una moratoria di un anno al programma F35 per destinare le relative risorse, almeno un miliardo di euro, al potenziamento della sanità militare. Chiediamo anche di valutare l’opportunità di rinegoziare e ridimensionare questo programma al quale il Movimento 5 Stelle è sempre stato contrario in quanto economicamente insostenibile, tecnicamente inaffidabile e superato, non rispondente alle necessità operative delle nostre forze aeree, agli interessi della nostra industria e, non da ultimo, allo spirito della nostra Costituzione che prevede la difesa della Patria insieme al ripudio della guerra di aggressione”.

La reazione della politica

L’interrogazione ha contribuito a rendere ancora più teso il clima all’interno del Movimento 5 Stelle, e sembra che la questione non sia nemmeno arrivata a Giuseppe Conte, ma si sia fermata al suo staff che, come viene ammesso da palazzo Chigi, avrebbe pensato a uno scherzo. La frattura tra le fila grilline si fa dunque sempre più acuta, specie in Senato dove ora i numeri della maggioranza cominciano ad essere meno marcati. Problemi anche nella maggioranza di governo con il PD, principale partner dell’esecutivo, che ha commentato l’iniziativa dei senatori del M5s come sbagliata nel metodo e nei contenuti.