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Coronavirus, Sileri: "Abolire l’autocertificazione. Bisogna fidarsi degli italiani"

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Anche il viceministro Pierpaolo Sileri si unisce all'appello di Matteo Salvini e chiede l'abolizione dell'autocertificazione.

“L’Italia è come un paziente convalescente da una malattia grave. Lo stiamo dimettendo, ma con prescrizioni da osservare. Però ci dobbiamo affidare anche alla responsabilità e al buon senso“. I cittadini italiani hanno dimostrato di essere rispettosi delle norme imposte da questa emergenza sanitaria e soprattutto nelle ultime settimane, nonostante i numerosi controlli, il 95% delle persone era in regola sugli spostamenti. Per questi motivi – sulla scia di quanto richiesto da Matteo Salvini – anche il viceministro Pierpaolo Sileri chiede che venga abolita l’autocertificazione.

Sileri: “Aboliamo l’autocertificazione”

Nella fase 2 – al via dal 4 maggio – è possibile spostarsi tra Comuni della stessa Regione per motivi di necessità, urgenza o salute e per motivi di lavoro. Inoltre, è possibile spostarsi per far visita ai congiunti – compresi anche fidanzati e amici, ma solo se sono le uniche persone vicine in città -. Il ministro alla Sanità Pierpaolo Sileri, però, ha richiesto l’abolizione dell’autocertificazione, almeno dal 18 maggio. Infatti – in un’intervista al Corriere – ha spiegato che “se guardiamo questi due mesi, il 95% degli italiani ha rispettato le regole”.

C’è stata molta confusione oltre che sulle autocertificazioni, anche sul concetto di congiunti, che è stato esteso anche a fidanzati e amici. “C’è chi vuole giocare con le parole – dice Sileri -, ma io ho detto amico vero nel senso che non deve essere una scusa. C’è chi vive solo, è vedovo o magari ha bisogno di qualcuno che gli tenga il bambino. In mancanza dei nonni e babysitter, un amico è fondamentale“.

Se Conte ha comunicato in modo efficace con i cittadini – ha riconosciuto il viceministro – “l’Oms ha dato linee guida sbagliate. Ma all’inizio si conosceva poco il virus”.

Rispetto invece all’attacco di Renzi contro il premier, Sileri riferisce: “Se non ci fossero stati i Dpcm, l’Italia sarebbe una grande Lombardia. Berlusconi, all’opposizione, ha detto una cosa giusta: nell’emergenza ci si stringe attorno al premier. Non comprendo le occupazioni simboliche della Lega che non portano nulla. Nei momenti di emergenza così grave si deve essere uniti e seguire le indicazioni del primo ministro”.