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Sindaco a piedi verso Roma: "Torno i 600 euro a Conte"

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Sindaco a piedi verso Roma per tornare i 600 euro a Conte. L'iniziativa di Gianluca Bacchetta, primo cittadino di Divignano e ristoratore.

Sindaco a piedi verso Roma per protesta contro il Governo Conte. Gianluca Bacchetta, sindaco di Divignano, ha l’obiettivo di percorrere 600 chilometri a piedi, per restituire al presidente del Consiglio Giuseppe Conte il bonus e dare voce ai sindaci e agli imprenditori nell’ambito della ristorazione. A partire da venerdì 1 maggio, il primo cittadino piemontese di un Comune di 1400 abitanti in provincia di Novara e titolare del ristorante-birreria tedesco Edelstube di Pombia (Novara), è partito zaino in spalla, diretto a Palazzo Chigi, con la speranza di incontrare il Premier e consegnargli una lettera. Come riporta il Corriere della Sera, Gianluca Bacchetta ha percorso 40 chilometri, cercando di incontrare tutti i sindaci dei comuni che attraversa. Dopo le tappe a Oleggio, Robecchetto con Induno, Bernate Ticino, è arrivato a Boffalora sopra Ticino, dove lo aspettavano il sindaco Sabina Doniselli e Massimo Calcaterra. Quest’ultimo, imprenditore nel settore delle biciclette, ha donato una bici al sindaco, che ha ripreso il suo viaggio verso Pavia.

Sindaco a piedi verso Roma

Ma perché l’iniziativa di Gianluca Bacchetta? Il sindaco, che ha intrapreso il suo viaggio a piedi verso Roma, spiega come si tratti di: “Un gesto simbolico e sicuramente provocatorio. Vorrei portare l’attenzione sulla situazione che viviamo noi sindaci dei comuni minori e poi sull’agonia dei locali che si occupano di ristorazione. Girando per i comuni sto raccogliendo testimonianze sia dai sindaci che dalla gente, che porterò al Premier”. Il bonus da 600 euro, secondo Bacchetta, è stato mal distribuito: “I 600 euro – denuncia il sindaco di Divignano – li avete dato anche a chi in questo momento e grazie a questa situazione non ha mai lavorato e guadagnato così tanto in tutta la sua vita”.

Un altro problema messo in risalto dal sindaco è quello relativo ai buoni spesa: “Il mio comune ha 1400 abitanti e ci sono arrivati quasi 10 mila euro con cui abbiamo aiutato 61 famiglie, ma occorreva fare di più. Forse il contributo andava calcolato sul reddito medio dei comuni, perché fosse più efficace. A Roma porto il malessere e la preoccupazione dei miei concittadini e dei pochi piccoli imprenditori rimasti nel mio paese”.

Il dramma da ristoratore

Ma Gianluca Bacchetta è anche ristoratore di professione: “Ho avviato le consegne a domicilio, ma è un mero palliativo che non copre neanche le spese e che allunga solamente questa terribile agonia”. Tra affitto, finanziamenti, fornitori, rate dell’autocarro, tfr, Bacchetta ha calcolato che, se non dovesse riaprire il suo conto sarebbe a – 107 mila euro senza tasse. E teme per il futuro: “Al ristorante e in birreria si parla, si ascolta musica, ci si dimentica per qualche mezz’ora dei propri problemi, si socializza. Diventa quasi un contorno il buon cibo. Possibile che nessuno pensi a questo?”.