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Decreto maggio, tensione nel governo: braccio di ferro Conte-Renzi

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Sotto l'occhio vigile del Colle, continua lo scontro all'interno della maggioranza sulle misure dell'atteso decreto maggio.

Sono ancora tanti i nodi da sciogliere all’interno della maggioranza, troppi perchè si trovi un’intesa sul decreto maggio (ex aprile) che potrebbe dunque slittare a dopo il Cdm atteso tra giovedì e venerdì. Resta alta soprattutto la tensione tra il premier Giuseppe Conte e il leader di Italia Viva Matteo Renzi, in disaccordo su punti fondamentali del dl, dai fondi per la famiglia (che saranno probabilmente ridotti rispetto a quanto anticipato dalla ministra Bonetti) a quelli per il reddito di emergenza, ma anche sulla regolarizzazione dei migranti in nero di cui si è fatta portavoce la ministra (in quota IV) Teresa Bellanova.

Decreto maggio, scontro nel governo

Tra le questioni in sospeso che preoccupano i parlamentari della maggioranza c’è anche quella della ricapitalizzazione con fondi pubblici delle imprese con un fatturato compreso tra i 5 e i 50 milioni. Una proposta avanzata dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e che può contare sul sostegno di Pd e M5s, ma non su quello di Italia Viva e degli imprenditori.

I due attori principali di questo lungo braccio di ferro, però, restano Giuseppe Conte e Matteo Renzi, la cui posizione fortemente critica nei confronti dell’operato del premier era già emersa chiaramente durante il dibattito in Senato. Pesano sulla stabilità del governo le accuse mosse dal senatore toscano al capo dell’esecutivo, paragonato a Salvini per il suo desiderio di “pieni poteri“. “L’instabilità sarebbe un gravissimo danno alla vigilia della ripartenza e indebolirebbe la nostra posizione in Europa in una fase decisiva” avverte Conte.

Sulla tenuta dell’esecutivo in un momento tanto delicato non solo per il mondo politico ma per l’intero Paese, all’indomani dell’allentamento del lockdown e dell’inizio della fase 2, vigila il Quirinale, per scongiurare una crisi a Palazzo Chigi che potrebbe portare a elezioni anticipate.