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Fase 2, la proposta di Fontana: "Negozi aperti dalle 11 di mattina"

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Fontana: aprire i negozi dalle 11, per non incrociare il traffico dei lavoratori. Intanto stanzia 18 milioni per piccole imprese

Nonostante la fase 2 sia iniziata, le serrande di molti esercenti restano ancora abbassate. Il commercio al dettaglio ripartirà il 18 maggio, ed è proprio su questo settore che il presidente della Regione Lombardia si è focalizzato, nell’ottica di evitare assembramenti. Secondo Fontana, per evitare assembramenti nella fase 2 è necessario che i negozi nella regione siano aperti con orario differenziato dalle 11 di mattina.

Fase 2, negozi aperti dalle 11?

Riaprire i negozi con un orario differenziato e a partire dalle 11 di mattina: è questa la proposta di Attilio Fontana per evitare assembramenti. Dal 18 maggio, infatti, riapriranno anche i negozi e la proposta è quella di far smaltire il traffico dei lavoratori al mattino e solo dopo aprire le attività commerciali. “Io sono convinto che dobbiamo spalmare l’orario di inizio del lavoro, che deve andare dalle 8 a mezzogiorno – ha ribadito Fontana a Rai Radio 1-. La richiesta che io sto facendo da tempo e che spero venga presa in considerazione anche dai sindacati oltre che dal Governo è la strada giusta. Noi abbiamo dimostrato in questi due giorni che se la ripartenza è graduale funziona tutto. Si può fare anche il distanziamento sui mezzi di trasporto pubblico, non ci sono problemi e le cose vanno bene. È chiaro che se noi dal 18 maggio ripartiremo con il commercio e le attività che fino a oggi sono state chiuse, il rischio che nelle ore di punta si possa creare affollamento c’è”.

Gli aiuti alle piccole imprese

Mentre l’ipotesi di Fontana è al vaglio del governo, la giunta regionale ha approvato un pacchetto di aiuti alle micro e piccole imprese. Si chiama Safe-Working – Io Riapro Sicuro, e prevede uno stanziamento di 18 milioni e 680mila euro. “L’intervento è finalizzato a sostenere gli esercizi commerciali e le micro e piccole imprese lombarde -spiega Fontana- che sono state oggetto di chiusura obbligatoria in conseguenza all’emergenza epidemiologica Covid-19, per aiutarle a riaprire adottando le misure adeguate durante la ‘Fase 2′ e ottenere giusti livelli di sicurezza sia per l’impresa stessa con i suoi dipendenti sia per i clienti sia infine per i fornitori”.