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Bergamo, la lettera di Gori ai parenti delle vittime di coronavirus

Coronavirus, la lettera del sindaco Gori ai parenti delle vittime

In una lettera ai parenti delle vittime di coronavirus, il sindaco di Bergamo Gori cerca di far chiarezza sull'uso dei mezzi dell'esercito.

Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha inviato una lettera a tutti i parenti delle vittime di coronavirus nella sua città. Nella lettera il sindaco fa chiarezza sul trasporto dei feretri in altre città da parte dell’Esercito. La provincia di Bergamo è stata una delle più colpite dell’epidemia, e i mezzi sono stati impiegati per la quantità ingestibile di bare. Così è stato detto, mentre il sindaco spiega che è per “far risparmiare le famiglie”. La lettera, però, è arrivata troppo tardi, come dicono gli stessi destinatari a Chi l’ha visto?

Coronavirus, la lettera di Gori ai parenti delle vittime

Ai microfoni di Chi l’ha visto? alcuni cittadini di Bergamo mostrano la lettera che il sindaco aveva mandato per raccontare la vicenda dei mezzi dell’esercito che hanno trasportato i feretri delle vittime Covid in altre città. Nella lettera il sindaco Gori informa i parenti della destinazione del feretro e aggiunge che i mezzi dell’esercito non sono stati usati per il numero elevato di morti, ma per far risparmiare le famiglie.

“Ringraziamo l’Esercito del nostro Paese per questo encomiabile servizio perché fosse possibile non addebitare i costi di trasporto alla vostra famiglia”. Queste le parole esatte contenute della lettera, che i cittadini bergamaschi hanno portato ai microfoni della trasmissione Rai.

Secondo i familiari, però, questa lettera è arrivata troppo tardi. I testimoni raccontano di non aver ricevuto nessuna informazione per giorni e di aver scoperto da soli che l’esercito stava portando via le bare nei forni crematori di altre città. “La lettera sembrava fatta un po’ apposta, non molto sentita», dichiara una donna a Chi l’ha visto?