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Coronavirus, approvate regole più stringenti per scarcerazione dei boss mafiosi

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Il governo ha approvato nuove regole più stringenti in merito alla possibilità di scarcerazione di boss mafiosi e terroristi a causa del coronavirus.

Nella serata del 9 maggio, in concomitanza casuale con la giornata in ricordo delle vittime del terrorismo, il governo ha approvato delle nuove linee guida in merito alla possibilità di scarcerazione per i boss mafiosi e per i terroristi in gravi condizioni di salute nel contesto dell’emergenza coronavirus. A seguito delle polemiche scatenatesi per gli arresti domiciliari concessi ad alcuni esponenti di spicco della criminalità organizzata infatti, sono stati resi più stringenti alcuni parametri del decreto legge, consentendo ad esempio la possibilità di ricondurre il detenuto in carcere nel caso non dovessero più sussistere le condizioni per il suo rilascio temporaneo.

Nuove regole per la scarcerazione dei boss

Stando a quanto previsto dalla bozza nuovo decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri, i provvedimenti di scarcerazione per i detenuti che si trovano al 41bis dovranno essere obbligatoriamente riesaminate dopo 15 giorni dalla loro emissione, al fine di valutare se sussistono le condizioni sanitarie che hanno portato al rilascio del detenuto. Attualmente la misura prevede la scarcerazione dei detenuti anziani o gravemente malati che potrebbero incorrere in gravi complicazioni sanitarie a seguito di un eventuale contagio da coronavirus in carcere.

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Una volta superato questo primo scoglio dovranno inoltre essere effettuati controlli analoghi a cadenza mensile, a seguito dei quali il provvedimento di scarcerazione potrà essere ritirato se non dovessero più essere presenti le precedenti condizioni. I suddetti controlli mensili dovranno essere eseguiti previo consulto, da parte del tribunale di sorveglianza, del procuratore distrettuale antimafia e del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo.

Per quanto riguarda inoltre i casi di detenuti condannato al regime del 41bis in via definitiva la valutazione su una possibile scarcerazione dovrà essere affidata al magistrato di sorveglianza, che per l’occasione dovrà ascoltare il parere della Direzione nazionale antimafia e delle direzioni distrettuali. In questo caso sarà inoltre necessario consultare anche il Dap e le strutture sanitarie del territorio al fine di capire se esiste la possibilità di una detenzione alternativa ai domiciliari. Per i detenuti in custodia cautelare invece le verifiche saranno svolte dal pubblico ministero.