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Assembramenti, il sindaco di Gallarate: "Spero in selezione naturale"

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Il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, non le manda a dire a chi dà vita ad assembramenti: "Sono degli esseri sottosviluppati".

Il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, non usa mezze misure per commentare il comportamento di alcuni cittadini che si stanno esibendo in assembramenti, in barba a quanto disposto dal Governo Conte. Per il primo cittadino del Comune della provincia varesotta, infatti, chi viene meno a questa ordinanza non è altro che un essere sottosviluppato. E come scrive sul proprio profilo Facebook, anche in risposta ai cittadini che gli fanno presente la situazione in Piazza a Gallarate, il sindaco sentenzia: “Non possiamo farci nulla. Sono degli esseri sottosviluppati se dopo due mesi di servizi in tivù ancora non hanno capito la gravità di un possibile contagio da Coronavirus“.

Gallarate, il sindaco: “Selezione naturale”

Il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, con un post su Facebook – diventato rapidamente virale – ha sentenziato su chi viene meno alle prescrizioni governative per contenere il contagio da Coronavirus. “Non ti lamentare se vedi assembramenti fuori da un bar… Non ti lamentare se vedi tre persone sedute accanto sulla stessa panchina… Non ti arrabbiare se vedi persone che parlano troppo vicine tra loro… – inizia così il lungo sfogo di Cassani – noi non siamo né i badanti né i baby-sitter di questi esseri sottosviluppati che ci circondano”.

Per Cassani, primo cittadino di Gallarate, non ci sono dubbi: “Se dopo due mesi in cui in tutte le tivù e su tutti i siti di informazione ci spiegano i pericoli del #covid19 e gli atteggiamenti mettere in atto per evitare di contrarlo, c’è ancora qualcuno che se ne frega… lascia che sia. Darwin e Mendel definirebbero questi atteggiamenti tipici della selezione naturale all’interno del complesso processo di evoluzione della specie” E Cassani invita i cittadini a non disperarsi: “Se qualche ignorante prova a far di tutto per non sopravvivere? Io tutta questa disperazione all’idea che certi fenotipi andranno pian piano a scomparire non la provo…”.