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Decreto Rilancio, slitta il Consiglio dei Ministri: mancano coperture

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Rinvio alle ore 17 del CdM che dovrebbe approvare il Decreto Rilancio: secondo indiscrezioni mancherebbero le coperture necessarie.

Dopo gli ultimi accordi di maggioranza raggiunti nelle ore precedenti sembrava essere tutto pronto, ma alla fine il Consiglio dei Ministri per l’approvazione del Decreto Rilancio è nuovamente slittato alle ore 17 del 13 maggio. Il Cdm, che avrebbe dovuto tenersi per le ore 14, non è infatti stavo ancora convocato lasciando presupporre la persistenza di alcuni nodi rimasti irrisolti. A pesare maggiormente sul rinvio del vertice sarebbero alcune questioni meramente tecniche, tra cui la mancanza delle coperture necessarie per le misure di 55 miliardi di euro a sostegno dell’economia del Paese.

Decreto Rilancio, slitta il CdM

Secondo le indiscrezioni che in questo momento circolano nei palazzi romani, mancherebbero alcuni miliardi di euro per le coperture a sostegno di lavoratori, imprese e famiglie che dovranno essere interessati dalle misure previste all’interno del Decreto Rilancio. Tra i nodi più delicati in merito c’è quello inerente la proroga della cassa integrazione per altre nove settimane, provvedimento che interesserà complessivamente circa otto milioni di lavoratori e che verrà a costare circa 13 miliardi al mese.

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Oltre a quelle per la cassa integrazione mancherebbero anche le coperture per gli incentivi al personale sanitario, nonostante il Parlamento abbia già appositamente autorizzato un aumento del deficit di 55 miliardi di euro per finanziare il Decreto Rilancio. Una cifra che tuttavia non può essere superata e che pone consistenti limiti alla risoluzione del nodo delle coperture.

Risolte le questioni politiche

Se da un lato permangono ancora notevoli ostacoli tecnici, dall’altro sembrerebbe che le principali questioni politiche in seno alla maggioranza siano state risolte. Tra queste la regolarizzazione dei lavoratori migranti che ha visto contrapporsi il M5s e l’asse Pd, LeU e Italia Viva e che nel question time al Senato di questa mattina è stata commentato così dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese: “L’emersione del lavoro nero riporterebbe a una condizione di legalità una realtà di lavoratori impiegati come braccianti e, nelle nostre case, come colf e badanti. L’intenzione del governo è garantire la dignità delle persone, la tutela della legalità e le esigenze del mercato del lavoro”.