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Silvia Romano in Kenya con Africa Milele a insaputa della Farnesina: l'anticipazione di Di Maio

silvia romano

Africa Milele, con cui Silvia Romano è partita per Chakama, non fa parte dell'elenco delle onlus idonee secondo il Ministero degli Esteri.

C’era da aspettarselo: il caso Silvia Romano è approdato anche in Parlamento, con le opposizioni che, al di là delle varie dichiarazioni rese alla stampa, hanno presentato atti parlamentari che ora rischiano di minare la cooperazione tout-court. Ma è soprattutto dalle risposte fornite dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio che si aprono ora nuovi interessanti scenari soprattutto sulla onlus “Africa Milele” per cui operava la Romano: si sarebbe mossa, infatti, in totale autonomia rispetto alla Farnesina. E, dunque, a sua insaputa.

Forza Italia e Lega all’assalto

Facciamo, però, un passo indietro. Diversi, come detto, sono gli atti parlamentari depositati negli ultimi giorni. A presentare un’interrogazione, ad esempio, sono stati alcuni deputati di Forza Italia che hanno chiesto tra le altre cose «a quanto ammonti il riscatto versato per la liberazione» e «se la Procura di Roma fosse stata informata in merito all’eventuale decisione di pagare un riscatto». E l’ha fatto soprattutto la Lega, con un’interrogazione parlamentare a prima firma Eugenio Zoffili ma cofirmata da tutti i deputati del Carroccio, che sicuramente creerà discussione dato che va a colpire il mondo della cooperazione internazionale.

Nell’atto – che Notizie.it ha visionato – si ricostruisce l’intera vicenda della cooperante sequestra il 20 novembre 2018 nel villaggio di Chakama, in Kenya, «dove si trovava per realizzarvi un progetto umanitario per l’infanzia promosso dalla onlus Africa Milele». Ma Zoffili va oltre e ricorda che il sito viaggiaresicuri.it – servizio dell’unità di crisi del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale – definisce il Kenya un Paese nel quale «permane elevata la minaccia terroristica di matrice islamica», paventando il «persistente pericolo di atti ostili contro cittadini stranieri e raccomandando a coloro che vi si rechino di evitare gli spostamenti via terra e il soggiorno in alcune regioni di quello Stato».

Ed ecco il punto: partendo da queste premesse la Lega ha chiesto al governo Conte, e nella fattispecie al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, quali iniziative ritengano opportuno assumere «per scoraggiare in modo efficace gli interventi della cooperazione volontaria italiana nelle zone in cui sia concreto il pericolo del verificarsi di atti ostili nei confronti dei cittadini del nostro Paese». Insomma, per la Lega qualunque Ong che voglia andare in Paesi a rischio non dovrebbe farlo. E non caso il Carroccio, come emerge dal resoconto della discussione parlamentare del 13 maggio, ha già annunciato una proposta di legge «contro il rischio sequestri».

Il controllo della Farnesina

Ma c’è di più. Perché Di Maio ha già provveduto a fornire risposte ai quesiti leghisti, lasciando intendere che la onlus Africa Milele non si era mossa in collaborazione con la Farnesina. Il titolare degli Esteri, infatti, ha specificato che la Farnesina «opera costantemente mediante l’unità di crisi per tutelare i cittadini italiani all’estero in situazioni di emergenza, terrorismo, tensioni sociopolitiche, calamità naturali e pandemie». Nel caso di progetti realizzati da organizzazioni della società civile con contributi della cooperazione italiana, non a caso, «le organizzazioni vengono selezionate alla luce della loro idoneità ad operare all’estero e i bandi per la scelta dei progetti prevedono espressamente che le attività possano essere svolte solo previa valutazione delle condizioni di sicurezza da parte delle ambasciate».

Esiste una legge d’altronde (la numero 125 del 2014) che prevede che un Comitato ad hoc stabilisca parametri e criteri in base ai quali «è sancita l’idoneità delle organizzazioni della società civile», mentre l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo «conduce gli aggiornamenti periodici dell’elenco delle organizzazioni idonee». Quell’elenco è fondamentale: solo chi è iscritto può infatti ricevere fondi e, soprattutto, «briefing di sicurezza che forniscono puntuali indicazioni sulla situazione del Paese, sul livello di rischio e sulle possibili misure da intraprendere per la sua mitigazione».

Il giallo della Onlus di Silvia Romano

Ed ecco il punto: per quanto detto da Di Maio, l’associazione “Africa Milele Onlus” non rientra tra le organizzazioni iscritte nell’elenco. In altre parole, «l’attività nell’ambito della quale Silvia Romano operava non è destinataria di alcun sostegno della cooperazione italiana” e, dunque, ha «operato in totale autonomia, senza informare la Farnesina, eludendo qualsiasi potere di indirizzo e di informazione dei propri associati o collaboratori sotto il profilo della sicurezza». Un dettaglio, quest’ultimo, che aggiunge un tassello in più rispetto anche alle indagini portate avanti a Fano dalla magistratura.