> > Cosa rischia il Governo Conte con la sfiducia a Bonafede

Cosa rischia il Governo Conte con la sfiducia a Bonafede

sfiducia-bonafede-cosa-rischia-conte

Se il ministro Bonafede venisse sfiduciato, potrebbero aprirsi scenari inquietanti per Giuseppe Conte e il suo secondo mandato.

Nella giornata di mercoledì 20 maggio il tema al centro del dibattito politico italiano è rappresentato dalla sfiducia a Bonafede. Qualora dovesse ‘cadere’ il Guardasigilli, si registrerebbe una vera e propria crisi di Governo. E Conte, in piena emergenza Coronavirus, vorrebbe evitarlo. La sfiducia a Bonafede è un passo cruciale per la vita dell’esecutivo giallorosso nato a settembre 2019 con un accordo voluto fortemente da Matteo Renzi (passato a Italia Viva) e Beppe Grillo (Movimento 5 Stelle). E adesso, proprio l’ex leader Pd sembra il primo a spingere per un rimpasto di Governo che potrebbe coinvolgere Mario Draghi.

Sfiducia Bonafede: cosa rischia Conte

A partire dalle ore 9.30 di mercoledì 20 maggio, in diretta televisiva, si discuteranno due mozioni di sfiducia contro il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: la prima presentata dal centrodestra (Lega, FdI e Forza Italia) e l’altra da Emma Bonino di +Europa, appoggiata da Azione e da Forza Italia. I motivi della mozione di sfiducia a Bonafede vanno riscontrati nelle accuse mosse dal magistrato Nino Di Matteo. I rischi del Governo Conte, però, sono tutti da rintracciare nel comportamento di Italia Viva e, dunque, di Matteo Renzi.

Al momento, infatti, gli appartenenti al neonato partito dell’ex Premier toscano sembrano indecisi sul sostegno o meno alla mozione Bonino e che sono determinanti, con i loro 17 senatori. Per Renzi, se cadesse il governo, non si andrebbe al voto, con la figura di Mario Draghi a fare da traino. Ma Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, qualora dovesse esserci una caduta del Governo Conte II, esigono tornare alle urne. Per questo motivo, nella giornata di martedì 19 maggio, il Primo Ministro ha avuto un intenso incontro con la capogruppo di Italia Viva alla Camera, Maria Elena Boschi.

L’accordo potrebbe prevedere come moneta di scambio per un via libera al Ministro della Giustizia Bonafede, un pacchetto di proposte politiche di Italia viva al governo. Come per esempio il cosiddetto ‘piano choc’ da 120 miliardi per l’edilizia fortemente voluto da Matteo Renzi.

Scontro in maggioranza

La sfiducia a Bonafede scopre i nervi della maggioranza. Il capogruppo alla Camera del Partito Democratico, Graziano Delrio, non ha dubbi: “Se passa la sfiducia sì che sarebbe una vera crisi”. Dello stesso avviso il ministro Francesco Boccia: “La sfiducia a un ministro è una sfiducia a tutto il governo”. Fiducioso il Movimento 5 Stelle che, per bocca di Vito Crimi, non crede in sorprese: “È curioso che veniamo accusati di essere manettari e di aver scarcerato i mafiosi”.

Per il presidente della Camera, Roberto Fico, Bonafede ha agito con trasparenza. Ma, qualora dovesse esserci una crisi di Governo, si andrà: “A elezioni”. Sul tema è intervenuto anche Beppe Sala, sindaco di Milano: “Non voglio apparire irrispettoso, ma non è che la compagine ministeriale non possa essere rivista. Non lo chiamerei un rimpasto, ma chiedo a Conte se non ha bisogno di avere i migliori al suo fianco”.