> > Boccia: "Sì agli spostamenti tra regioni solo per le zone a basso rischio"

Boccia: "Sì agli spostamenti tra regioni solo per le zone a basso rischio"

Francesco Boccia spostamenti tra regioni

Il ministro Boccia conferma gli spostamenti tra regioni diverse a partire dal 3 giugno, ma a esclusione delle zone ad alto rischio.

Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, in audizione alla Commissione Federalismo fiscale alla Camera, è tornato a parlare degli spostamenti tra regioni diverse, che saranno autorizzati dal 3 giugno. “L’ipotesi delle riaperture interregionali dal 3 giugno è stata già ufficializzata dal presidente del Consiglio, ma a condizione che si rispettino i dati del monitoraggio sull’epidemia. Se una regione è ad alto rischio non può partecipare alla mobilità interregionale” ha spiegato il ministro.

Spostamenti tra regioni: i vincoli

La parola chiave è prudenza. Riaprire, sì, ma farlo senza che la curva dei contagi torni a salire vertiginosamente, facendo ricadare il Paese nella fase 1 che ci siamo da poco lasciati alle spalle. Questo il senso del discorso di Francesco Boccia in Commissione. Eliminare il blocco alla circolazione interregionale (l’ultimo rimasto, dopo il via libera agli spostamenti senza autocertificazione dal 18 maggio) è un passo in avanti importante sia sul piano economico (fondamentale premessa per la ripresa del turismo) sia affettivo (sono ancora molti i congiunti separati da un confine). Ma nulla vieterà al governo di fare dietrofront, nel caso in cui la pandemia tornasse fuori controllo, o – come annunciato dal ministro – di escludere dalla mobilità interregionale le aree a forte rischio.

Regioni a rischio

Quali siano le regioni ancora nella morsa del coronavirus lo si può intuire dai risultati di diversi studi sul territorio, in particolare le previsioni sull’azzeramento dei contagi diffuse dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute. Se le province autonome di Bolzano e Trento, ma anche la Calabria, l’Umbria, la Basilicata e la Sardegna, potrebbero dire addio al coronavirus entro la fine di maggio, per la Lombardia bisognerà attendere addirittura metà agosto.