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Arrestato Antonino Candela: manager per l'emergenza Covid in Sicilia

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C'è anche Antonino Candela, coordinatore per l'emergenza Coronavirus in Sicilia, tra gli arrestati a Palermo per corruzione sanitaria.

Antonino Candela è stato arrestato. Lui, che per anni ha vissuto sotto scorta e che si è sempre professato un ‘anti-tangenti’, è finito ai domiciliari per corruzione nella Sanità. Antonino Candela, ex manager dell’Asp 6 di Palermo e attuale coordinatore per l’emergenza Coronavirus in Sicilia, è tra i dieci arrestati di una maxi inchiesta della procura e del comando provinciale della Guardia di finanza di Palermo. Il lavoro delle fiamme gialle ha scoperchiato un sistema di mazzette attorno a quattro appalti della sanità siciliana. Gare, per un valore di 600 milioni di euro, che sono state aggiudicate dal 2016 in poi dalla “Centrale unica di committenza della Regione” e dall’Asp 6.

Antonio Candela arrestato per corruzione

Antonino Candela è stato arrestato con l’accusa di avere intascato in più trance una mazzetta da 260mila euro dagli imprenditori che hanno gestito uno di quegli appalti. Tra le tante intercettazioni ambientali, gli inquirenti hanno reso noti alcuni passaggi sorprendenti: “Ricordati che la sanità è un condominio, io sempre capo condominio rimango”. Secondo l’accusa del gip, Candela si: “Atteggiava a strenuo paladino della legalità, ma da quello che emerge è in realtà una pessima personalità”.

L’inchiesta della Guardia di Finanza di Palermo, coordinata dai pm Giacomo Brandini e Giovanni Antoci contesta a vario titolo le accuse di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, istigazione alla corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e turbata libertà degli incanti.

Il commento della GdF

Il generale Antonio Quintavalle Cecere, comandante provinciale della Guardia di finanza di Palermo, a margine della nota evidenzia come: “Le spregiudicate condotte illecite garantivano l’applicazione di un tariffario che si aggirava intorno al 5 per cento del valore della commessa aggiudicata”.

Ma questa è solo la punta di un iceberg: “Il quadro emerso è a dir poco allarmante – spiega il colonnello Angelini – la gestione degli appalti pubblici della sanità siciliana appare affetta da una corruzione sistemica con il coinvolgimento, con compiti e ruoli diversi di funzionari e dirigenti pubblici infedeli, faccendieri e imprenditori senza scrupoli disposti a tutto pur di aggiudicarsi appalti milionari”.