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Matteo Salvini: "Le 30 proposte a Conte, in Italia comanda la Cgil"

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Per Matteo Salvini, segretario del Carroccio, pochi dubbi su chi comandi in Italia: "La Cgil, a loro Conte si deve ribellare".

Matteo Salvini annuncia di avere pronto un pacchetto di 30 proposte da consegnare al Premier Conte. E lo invita a ribellarsi a quello che il leader della Lega considera il vero potere forte dell’Italia: la Cgil. In una lunga intervista al Corriere della Sera, infatti, il segretario del Carroccio ed ex titolare del Viminale evidenzia: “Il problema è se Conte si permetterà di disobbedire a chi comanda in questo governo e in questo Paese, la Cgil. I sindacati delle costruzioni hanno appena fatto sapere che se si tocca il codice degli appalti, loro lotteranno con ogni mezzo”. Questa è la denuncia di Matteo Salvini: “Altro che ammodernamento e semplificazione: questa è una scelta di campo. Da una parte burocrazia, centralismo e Cgil. Dall’altra, la libertà d’impresa”.

Le 30 proposte di Matteo Salvini a Conte

Per il leader della Lega questo Paese è ancora ostaggio: “Dei privilegi di qualcuno, vedremo se Conte lo consentirà ancora. Vedremo, comunque: io porterò al premier la flat tax che costa solo 13 miliardi, la pace fiscale ed edilizia, lo stop ad Equitalia...”. Nel pacchetto delle 30 proposte anche: “Lo stop al codice degli appalti. Il ponte di Genova sarebbe già in piedi senza quello“.

Matteo Salvini denuncia quanto riferitogli dal presidente dei commercialisti: “Massimo Miani che mi ha detto che a giugno le tasse si pagano. Per tacere del fatto che per milioni di persone non è ancora arrivata la cassa integrazione di marzo. Ed è una follia”.

Sul capitolo fondi europei, il leader della Lega non fa niente per nascondere le sue preoccupazioni: “Questo famoso Recovery fund, se va tutto bene, arriverà l’anno prossimo. Ed è pur sempre un prestito. Ma il problema non è anno prossimo, è il mese prossimo. Noi non abbiamo pregiudizi, se arrivassero segnali concreti dalla Ue sarebbero da cogliere al volo”.

Il leader della Lega precisa come: “Non è che se in mezzo c’è l’aggettivo ‘europeo’ a noi non piace. Prenda la Bce: io resto convinto che il suo mestiere sia anche quello di sostenere i Paesi e comprarne i titoli di Stato. Non per nulla i tedeschi si arrabbiano su quello e non per il Recovery fund”.

La sfiducia a Bonafede

Sulla mancata sfiducia a Bonafede, Salvini non si dice affatto sorpreso: “Era quello che mi aspettavo. Però, ho sentito interventi di gente come Bonino e Casini, lontano anni luce politicamente da me, dire le stesse cose”. Infatti, per il segretario del Carroccio il Guardasigilli non è: “Né mafioso né sotto ricatto e non è in malafede, non è al soldo di chissà chi… Bonafede è simpatico e affabile, semplicemente il ministero della Giustizia non è il suo. Sta facendo male il suo lavoro. Di rivolte nelle carceri non si parlava da secoli. E lui come tutta risposta che fa? Permette ai detenuti di usare i telefonini e ne fa uscire 500? Suvvia…”.

La manifestazione di piazza

Infine, sulla manifestazione del centrodestra unito in programma il 2 giugno, Salvini spiega: “In realtà una manifestazione di piazza vera ci sarà solo ai primi di luglio. Il 2 giugno, per essere in piazza in maniera rispettosa e sicura faremo presidi in ogni capoluogo di Regione con i parlamentari”.

“D’altronde il 2 giugno cade nel periodo controllato, non c’erano dati sanitari sufficienti per decidere e non era il caso di far muovere migliaia di persone”. E con gli alleati di coalizione nessun problema: “Sia ieri che oggi ci siamo visti a lungo nel mio ufficio, c’erano Giorgia Meloni, Ignazio La Russa, Antonio Tajani, Licia Ronzulli…. Mi sembra che tutto sia andato bene”.