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Soros: "Preoccupato per l'Italia. Salvini vuole che lasci la UE"

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Soros e la preoccupazione per l'Italia e la politica contro l'UE di Matteo Salvini.

Il finanziere di origini ungheresi George Soros ha rilasciato un’intervista al quotidiano olandese De Telegraaf in cui ha parlato della difficile situazione economica dell’Italia e delle sua preoccupazione per il consenso politico di Matteo Salvini. “Sono particolarmente preoccupato per l’Italia. Matteo Salvini, si sta agitando affinché il Paese lasci l’euro e l’UE – ha detto Soros che poi ha aggiunto – Fortunatamente, la sua popolarità personale è diminuita da quando ha lasciato il governo, ma il suo sostegno sta guadagnando slancio”. Il magnate si chiede poi cosa sarebbe dell’Europa se l’Italia decidesse di uscire dall’Unione Europea: “L’Italia era solita essere il paese più filo-europeo con gli italiani che si fidavano dell’Europa più dei propri governi e con buone ragioni. Ma sono stati maltrattati durante la crisi dei rifugiati del 2015. L’UE ha applicato i cosiddetti regolamenti di Dublino che imponevano tutti gli oneri ai paesi di primo approdo dei rifugiati e non offrivano alcuna condivisione degli oneri finanziari”. Questo per Soros avrebbe dato grandi aiuti alla Lega di Matteo Salvini, da sempre avversa al concetto di unione continentale.

Soros: “Preoccupato per l’Italia e da Salvini”

Soros rilancia poi la proposta di istituire dei bond perpetui , o Consol, per salvare l’Unione Europea in questa fase così complessa. Si tratta di bond poco conosciuti nell’Europa continentale, ma usati da tempo in paesi come la Gran Bretagna. Questi non prevedono l’obbligo di rimborsare il capitale, ma semplicemente di pagare gli interessi. “In Gran Bretagna – ricorda il magnate ungherese – sono stati utilizzati, tra le altre cose, per finanziare le guerre contro Napoleone e la Prima Guerra Mondiale, e negli Stati Uniti furono introdotti già intorno al 1870“.

Gli Olandesi – continua Soros – possono fare una scelta: continuare ad opporsi ai Consol e di conseguenza accettare un raddoppio del bilancio, oppure convertirsi in sostenitori convinti dei Consol e, in caso di successo, aumentare solo del 5% il loro contributo al bilancio. Il capitale dei Consol non verrà mai ripagato, verrebbero pagati solo gli interessi. Nell’ipotesi di un tasso dello 0,5%, un’emissione da 1.000 miliardi di euro costerebbe 5 miliardi all’anno, con un rapporto, incredibilmente basso di 1:200″. Gli unici obblighi per i membri UE riguarderebbero i “trascurabili” pagamenti degli interessi annuali, un grado di mutualizzazione che dovrebbe venire “facilmente accettato” dagli stati membri all’unanimità o sotto qualche forma di “cooperazione di volontà”.