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È scontro nella maggioranza: stallo sul concorso scuola

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Resta acceso lo scontro nella maggioranza sul Concorso Scuola 2020 per i precari. Trattativa affidata a Conte.

Gli aggiornamenti sul concorso scuola non fanno dormire sonni tranquilli ai precari che attendono la pubblicazione del bando. Resta una frattura nella maggioranza che dovrà essere sanata dal Premier Conte. A lui, infatti, il compito di mediare tra le posizioni di Movimento 5 Stelle e Italia Viva da una parte e Pd e Leu dall’altra. C’è chi insiste per un concorso meritocratico con prove da superare – è il caso dei pentastellati – e chi invece, data anche l’emergenza sanitaria, preferirebbe consentire l’assunzione in ruolo solo ed esclusivamente per titoli. Ed è per questo che anche il vertice di Governo del 22 maggio è risultato un vero e proprio buco nell’acqua per il Premier Conte.

La posizione di Lucia Azzolina, titolare del Miur, risulta irremovibile: “I tre concorsi si possono fare in estate e all’inizio dell’autunno, in sicurezza”, ha detto. “È così in tutto il mondo e, da noi, nuovamente all’università. Perché non possiamo selezionare i precari migliori per la scuola?”. Anche perché la Ministra in quota 5 Stelle evidenzia come: “Per la prova straordinaria abbiamo predisposto un test al computer con il distanziamento necessario. Saranno a disposizione 33 mila postazioni in 8 mila istituti. Entreranno solo dieci candidati alla volta e le prove saranno spalmate su più giorni”.

Concorso scuola, scontro nella maggioranza

Ad appoggiare la posizione del Movimento 5 Stelle è anche Italia Viva. I renziani, tramite il capogruppo al Senato, Davide Faraone, hanno fatto sapere di essere fortemente contrari a qualsiasi forma di ‘sanatoria’ scolastica. Il Partito Democratico, con il capogruppo Andrea Marcucci, e Leu con Loredana De Petris appoggiata dal sottosegretario all’Istruzione Peppe De Cristofaro, restano sulle proprie posizione: “Devono essere stabilizzati per anzianità di servizio e titoli, la selezione sarà fatta dopo un anno e sarà orale. Il test a crocette, previsto ora, è una pessima prova e porterà i docenti in cattedra tardi”.

Il vicepresidente della Commissione Istruzione al Senato, Francesco Verducci, solleva un’altra questione: “Con le prove in estate e ad ottobre non si riuscirà a portare almeno due terzi dei docenti in cattedra subito in una stagione scolastica, la prossima, che si annuncia straordinariamente complicata”. E intanto le principali sigle sindacali del mondo scolastico sono pronte ad annunciare uno sciopero.