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Coronavirus, dal 3 giugno spostamenti tra regioni: "Le regole per riaprire"

coronavirus 3 giugno

Dopo l'emergenza coronavirus, si cerca di far ripartire economia e turismo: per questo, è necessario garantire la libera circolazione tra regioni.

Mentre le attività e le imprese italiane cercano di ripartire dopo il prolungato lockdown dovuto all’emergenza coronavirus, si conferma la possibilità di circolare tra regioni diverse a partire dal 3 giugno. I presidenti delle Regioni hanno aggiornato le linee guida per tutti i settori, le quali sono state approvate all’unanimità nella Conferenza della Regioni. Così venerdì 22 maggio i governatori regionali hanno scritto al premier Giuseppe Conte e ai ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia. Una lettera di mezza pagina firmata dal presidente Stefano Bonaccini. Si invita a un “confronto immediato” sulle norme per far ripartire cinema e spettacolo dal vivo, ma anche servizi per l’infanzia e l’adolescenza. Con una reciproca collaborazione, l’obiettivo è garantire la ripresa economica e turistica del nostro Paese. Per questo motivo, lo spostamento tra le regioni italiane resta di fondamentale importanza. Le Regioni chiedono di confermare le decisioni prese, procedendo in “tempi rapidi all’aggiornamento del Dpcm del 17 maggio 2020 ai fini della pubblicazione in Gazzetta ufficiale”.

Coronavirus, nuove regole dal 3 giugno

L’Italia pensa alla ripartenza e si guarda con grande attesa al prossimo 3 giugno. Per la riapertura totale del nostro Paese non si può arrivare impreparati. Per questo motivo, continua il monitoraggio dei dati sui contagi nelle singole regioni. Dal 3 giugno, se il trend si confermerà in diminuzione, saranno garantiti liberi spostamenti.

Domenica 25 maggio, intervenuto al Tg1, il ministro Boccia ha spiegato: Il criterio per la riapertura sarà il numero dei contagi. Finora stiamo ottenendo risultati straordinari grazie ai sacrifici fatti dagli italiani. Noi ci auguriamo che ci sia un basso rischio in tutta Italia, altrimenti sarà inevitabile prendere il tempo che serve. Mercoledì, giovedì e venerdì il ministro Speranza farà le sue valutazioni e poi ci sarà un Cdm per un’ultima valutazione sulla mobilità tra le regioni”. In questo modo, sarà possibile valutare l’andamento dei dati e intervenire per evitare squilibri. “Senza i primi dati successivi al 18 maggio, nessuna valutazione è realistica. I dati dopo il 4 maggio, che ora si stanno consolidando, sono incoraggianti”, ha aggiunto il ministro Speranza. Ma dal 18 maggio, con la riapertura dei locali italiani, “è molto più impegnativo in termini di nuove possibilità di contagio”. Per questo motivo, resta importantissimo evitare assembramenti.

Gli stessi presidenti di Regione chiariscono che “in base all’evoluzione dello scenario epidemiologico le misure indicate potranno essere rimodulate, anche in senso più restrittivo”. Lunedì 25 maggio si riunisce il Comitato tecnico scientifico per analizzare i dati all’indomani della massiccia riapertura delle attività, così da adottare nuove misure qualora si rivelasse necessario.

Venerdì 29 maggio

La giornata chiave sarà venerdì 29 maggio, quando arriverà il monitoraggio del ministero della Salute con i dati sui contagi di ogni regione e sulla situazione negli ospedale. In base a quei numeri, il governo deciderà se confermare o meno la riapertura dei confini il 3 giugno.

L’obiettivo sarebbe quello di aprire su scala nazionale, come programmato. Non si escludono possibili differenziazioni tra Regioni. In molti, inoltre, sperano non sia necessario ricorrere a nuove “zone rosse” oppure impedire l’ingresso a chi arriva da regioni che non hanno pari contagio o consentirlo solo a quelle confinanti. Tra le ipotesi, c’è la possibilità che siano i singoli governatori a disporre eventuali limitazioni per i non residenti.