> > Open Arms, Salvini: "Lotta agli scafisti mio dovere, non capriccio"

Open Arms, Salvini: "Lotta agli scafisti mio dovere, non capriccio"

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Festeggia Matteo Salvini che commenta con giubilo il voto della Giunta del Senato: "Riconosciuto il mio lavoro".

La Giunta del Senato, per le immunità parlamentari, ha salvato Matteo Salvini dal possibile processo per il caso Open Arms. Negata, infatti, l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex titolare del Viminale. E la notizia è stata accolta con giubilo dal leader della Lega: “I senatori non hanno votato a mio favore, perché non era un voto pro o contro Salvini: la giunta del Senato doveva decidere se il blocco degli sbarchi e la lotta all’immigrazione clandestina era un atto di interesse pubblico o se era un atto di interesse privato”.

Per Matteo Salvini il voto della Giunta del Senato di martedì 26 maggio consente di rendere evidente: “Che da ministro dell’Interno il blocco la lotta agli scafisti, alla tratta di esseri umani e allo schiavismo, all’immigrazione clandestina, era un mio dovere. Non un mio capriccio personale”.

Salvini commenta il voto della Giunta del Senato

Così, dunque, il leader della Lega sulle sue pagine social poco dopo il voto alla Giunta del Senato. Evidenziando, inoltre, come al Governo con lui ci fosse la componente del Movimento 5 Stelle. La stessa che oggi ha votato in blocco a favore dell’autorizzazione a procedere: “Da Conte a Di Maio, che oggi invece dice di non essere stato al corrente di nulla”. Matteo Salvini rammenta: “Bloccai lo sbarco e oggi la giunta del Senato ha detto che ho fatto bene. Adesso però la parola passa all’Aula del Senato, dove la maggioranza è in mano ai gruppi Pd e Cinque Stelle. Vedremo, non ero preoccupato stamattina e non lo sarò tra qualche giorno perché so che ho fatto il mio dovere”.

Infine, Matteo Salvini ritorna sulle chat dei magistrati e invita Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica e capo del Csm, a sciogliere questo organo: “Ormai emerge il ragionare per correnti e simpatie politiche e addirittura partitiche. Evidentemente la legge non è davvero uguale per tutti”.