La riapertura dei confini regionali, prevista per il 3 giugno, resta ancora un grande punto interrogativo. Ma a chiarire la situazione è intervenuto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: per lui tutte le regioni apriranno il 3 giugno, nessuna esclusa.
Di Maio: “Riapertura tutti insieme”
“Sono dell’idea che il Paese deve ripartire unito. Nessuna regione deve essere penalizzata”. Così Luigi Di Maio ha commentato il tema caldo degli ultimi giorni: la riapertura delle regioni. “Ovviamente bisogna analizzare bene i dati, è molto importante monitorare i contagi -continua il ministro degli Esteri-. E subito dopo tracciare una linea. Ad oggi il 3 giugno è la data che sbloccherà la mobilità interna al Paese, ci si potrà spostare finalmente da una regione all’altra. Mi faccia dire che non dobbiamo abbassare la guardia”.
Dibattito tra governatori delle regioni
Tra i vari governatori delle Regioni, proprio su questo tema, ci sono stati alcuni dibattiti. Musumeci e Solinas, governatori di Sicilia e Sardegna, hanno fatto sapere che per entrare in Regione servirà una “patente sanitaria” che attesti la non positività del turista al Covid. “Io lo chiamo protocollo [il passaporto sanitario, ndr] per poter garantire la sicurezza sanitaria di chi in Sicilia arriva: stiamo lavorando per mettere a punto questo documento -afferma Musumeci-. Occorre filtrare, nel rispetto di tutti e senza fare discriminazioni, chi arriva da noi”. C’è chi, come il Sindaco di Milano Beppe Sala, non è d’accordo con questa idea. “La salute è sicuramente fondamentale. Credo però che la ripartenza non sia solo una questione sanitaria ma anche economica e sociale -afferma Sala-. Non penso che la Sardegna possa vivere solo di turismo autoctono. Sono i milanesi che, almeno in parte, l’hanno inventata come meta turistica. Non dico che i sardi debbano esserci riconoscenti, ma trattarci da untori, no. Non è che ognuno si fa le sue regole”. Il presidente Zaia, invece, ha già assicurato che dal 3 giugno i lombardi non avranno problemi a entrare in Veneto. “Sono convinto che si debba ripartire insieme. Del resto, non è che il virus si fermi a Sirmione o a Peschiera…”
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