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I sindaci scrivono a Giuseppe Conte: "Manovra o servizi a rischio"

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Tredici sindaci delle città metropolitane hanno scritto al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, per lanciare il loro allarme.

Tredici sindaci delle città metropolitane hanno deciso di scrivere al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, per lanciare il loro allarme: “Senza una manovra di aggiustamento, urgente e indifferibile, salteranno i servizi essenziali di tutte le Città italiane. Il rischio potrebbe essere un drammatico lockdown delle attività che, quotidianamente, i Comuni svolgono in ogni angolo del nostro Paese per i loro cittadini”.

L’allarme dei 13 sindaci

“Se di ciò non si prende piena e profonda consapevolezza, a farne le spese saranno le Città d’Italia e cioè l’Italia stessa”, affermano i sindaci che rivendicano anche la volontà di “essere protagonisti di questa delicata fase del Paese per evitare che già alle battute iniziali possa risultare compromessa“.

Per poi aggiungere: “Siamo gli unici, tra le istituzioni rappresentative della nostra Repubblica, ad avere un mandato, pieno e diretto, dai cittadini e in virtù di questo abbiamo un legame viscerale con le nostre comunità e i nostri territori. Per queste ragioni, ti chiediamo di avviare con noi un confronto, leale e serrato, sugli aspetti fondamentali della ripartenza: risorse certe e sufficienti per consentire ai Comuni di assicurare continuità nei servizi alle comunità, perché le somme già stanziate non ci permetteranno di chiudere i bilanci a luglio; misure eccezionali di revisione e flessibilizzazione dei vincoli finanziari per i Comuni; semplificazioni per eseguire opere celermente e ridisegnare gli spazi urbani in vista della fase di convivenza con il virus”.

La lettera firmata dai sindaci di Bari, Roma, Milano, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Catania, Venezia, Reggio Calabria, Cagliari si conclude così: “L’Italia ha bisogno di uno sforzo progettuale, di tutti, per rialzarsi e costruire il suo futuro. Senza gli occhi lungimiranti e la caparbia determinazione dei sindaci si rischia di ripartire con il piede sbagliato”.