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La zona rossa ad Alzano e Nembro? Gallera ai pm: "Aspettavamo Roma"

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L'assessore al Welfare di Regione Lombardia è stato ascoltato dai pm come persona informata sui fatti.

L’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, ammette l’errore sulla mancata zona rossa ad Alzano e Nembro e ribadisce anche ai magistrati la sua versione dei fatti: “Aspettavamo Roma, non sapevamo che avremmo potuto muoverci autonomamente”. Questa dunque la tesi difensiva di Gallera che è stato sentito dai pm come persona informata sui fatti. Venerdì 29 maggio, invece, toccherà al Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, disquisire con i magistrati che indagano per epidemia colposa in Lombardia.

Giulio Gallera, inoltre, ha confermato che tutti gli indici di contagio da Coronavirus già dal 23 febbraio erano elevatissimi ad Alzano e Nembro. Inoltre, l’assessore lombardo ha confermato la notizia, già in possesso dei magistrati, secondo cui la stragrande maggioranza di pazienti con sintomi sospetti ricoverati ad Alzano già a metà febbraio erano residenti proprio a Nembro.

Gallera e la zona rossa

Gallera, inoltre, ha specificato in sede di colloquio di aver verificato in prima persona che anche la Regione avrebbe potuto procedere alla chiusura di sua iniziativa: “Ma in quella fase ci eravamo sempre relazionati con l’esecutivo e con l’ Istituto superiore di sanità” si giustifica l’assessore al Welfare di Regione Lombardia.

Inoltre, Gallera si è soffermato sulle eccessive morti nelle Rsa e sulla chiusura dell’ ospedale di Alzano, il 23 febbraio, durata solo poche ore, a differenza di Codogno. L’assessore ai magistrati ha ribadito di aver avuto rassicurazioni sulla sanificazione da parte dell’azienda ospedaliera bergamasca. Nessuna domanda, invece, circa le pressioni fatte dagli industriali affinché non si ponesse la zona rossa nell’area di Regione Lombardia.