Giorgia Meloni parla di clima liberticida. La gestione del Governo Conte in merito all’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus non va giù alla leader di Fratelli d’Italia. I dpcm senza consultare le opposizioni, infatti, per l’esponente di centrodestra, rappresentano una grave sconfitta per la democrazia del Bel Paese. E in un’intervista al Corriere della Sera, la Meloni rilancia: “Una deriva preoccupante che mi spaventa”.
Per la leader di Fratelli d’Italia, in forte ascesa secondo gli ultimi sondaggi politici, la Maggioranza governativa ha l’obiettivo di mettere a tacere il Centrodestra: “Ed è controproducente, perché la rabbia nel Paese è reale, può esplodere da un momento all’altro, e se a incanalarla in modo democratico c’è l’opposizione è un bene, non un pericolo”.
Giorgia Meloni: “Le mie condizioni”
Giorgia Meloni rispedisce al mittente le accuse in merito agli assembramenti per la manifestazione del Centrodestra dello scorso 2 giugno: “Abbiamo visto assembramenti il 25 aprile, all’inaugurazione del Ponte di Genova, per Silvia Romano, anche ed è comprensibile a Codogno per la visita del capo dello Stato”. Ma alla leader di FdI non va giù che: “Gli unici su cui indaga la Digos siamo noi e i negozianti che si erano permessi di manifestare contro il governo”.
E a proposito delle misure adottate dal Governo Conte per gestire l’emergenza economica scaturita dal Coronavirus, la Meloni denuncia: “Se non si sta tra la gente ma si sta chiusi nei palazzi, il risultato è che si ritiene di risolvere la crisi enorme che ci attende a colpi di bonus monopattini”.
Però, dopo l’invito di Conte al dialogo per gestire i fondi del Recovery Fund, la Meloni è disponibile ma a due condizioni: “Sparisce tutto quello che non c’entra con il rilancio: poltrone, consulenze, amenità, bonus inutili”. E auspica la trasparenza: “Le riunioni tra governo e opposizione le facciamo in streaming, così gli italiani potranno giudicare. Ci stanno? I signori del M5S, che tanto amavano la trasparenza, guarda caso adesso dicono di no…”.